martedì 11 dicembre 2012

Tarasleaks 2012: Enrico Bondi e l'evacuazione dei Tamburi... c'è una strategia nazionale?

Il commissario Bondi ed il premier Mario Monti

Riportiamo, col beneficio dell'inventario, quanto da poco appreso in proposito, per bocca di funzionari della Marina italiana

Da fonti confidenziali attendibili, abbiamo saputo che l'ipotesi ventilata dal ministro Clini, quella di evacuare i Tamburi o parte di essi al fine di proteggere la popolazione dall'impatto diretto delle emissioni inquinanti, potrebbe far parte di un progetto che accomunerebbe il Ministero, il Comune di Taranto (da cui sarebbe partita l'idea) e la Difesa. E che troverebbe la radice nella spending review di cui è responsabile il supercommissario Enrico Bondi.

Queste le parole del ministro, che in parte confermerebbero quanto appena riportato:
Quando abbiamo affrontato il tema di Tamburi con il sindaco di Taranto una delle tematiche cha abbiamo affrontato è anche quella della possibilità di delocalizzare alcune delle strutture abitative che sono più esposte ai rischi della contaminazione ambientale e nello stesso decreto decreto legge di agosto destinato a finanziare gli interventi per Taranto abbiamo una voce esplicita sul risanamento del quartiere Tamburi che può prevedere anche interventi di questo tipo

Poichè vaste proprietà della Marina, e più in generale della difesa, sarebbero in procinto di essere dismesse, allo scopo precipuo di ottenere fondi, sempre più urgenti, per le spese militari, ordinarie e straordinarie, la popolazione dei Tamburi potrebbe essere trasferita (non si sa con che strumento legislativo, con che logistica, quando... parliamo di indiscrezioni...) appunto in residenze ex Marina, largamente presenti a Taranto, sede della più importante base navale militare italiana.

L'ammiraglio Di Paola, ministro della difesa
Il ministero della difesa avrebbe però accolto con freddezza tale prospettiva, per motivi di resa economica, che sarebbe certamente intralciata dai tempi e dalle modalità di una simile vicenda. 
Molto più agevole e redditizio, agli scopi di cassa, vendere presto a privati.

Durante la conversazione sono emersi problemi locali (quali la sorte segnata della Caserma Mezzacapo) ma soprattutto nazionali, tutti di enorme impatto sociale e lavorativo, che riguarderebbero decine di migliaia di militari e di civili, impiegati sempre nella difesa: più di quarantamila dipendenti in oggettivo esubero, per cui si starebbero disperatamente cercando soluzioni non traumatiche (si fa per dire): mobilità, prepensionamenti. Su cui però i dicasteri non sarebbero per nulla in accordo.

Esisterebbe anche un ulteriore calcolo approssimativo, riguardante l'intera massa dei dipendenti ministeriali statali e delle ditte appaltatrici soggetta a tagli drastici, sempre sulla base della spending review di Enrico Bondi. I numeri ascoltati sono così impressionanti che dovremo cercare delle conferme, prima di deciderci a metterli nero su bianco, sia pure come mera indiscrezione. 
I dati di cui parliamo sarebbero disponibili alla consultazione del Governo e della ragioneria generale già dalla fine di Ottobre, ma nessuno ne parlerebbe, considerate le elezioni in arrivo e l'impatto durissimo sulla nazione.

1 commento:

  1. Questo spiegherebbe forse anche perche´ la reazione sull´Ilva sia stata cosi´ imbarazzata e scomposta.

    Perche´ non si tratta solo dei dipendenti Ilva, ma pure di quelli della Marina.

    Tutto insieme.

    L´epoca del parastato repubblicano sta finendo male.

    Speriamo bene

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