Riceviamo una lettera aperta, inoltrata ai media locali.
E pubblichiamo:
Concittadini,
Credo che quel che si sia verificato nel corso dei mesi in
città, relativamente alle vicende del siderurgico, meriti una riflessione approfondita
sulla questione e le scelte che ci si pongono di fronte. Molto di quel che
davvero determina la realtà delle cose, a mio parere, è rimasto inespresso.
E non consente chiarezza nell’oggi e nel domani.
Provo qui a riassumere quel che so, chiedendo scusa per eventuali
imprecisioni, difficilmente evitabili in questioni così complesse, allo scopo precipuo
di avanzare una proposta concreta alla cittadinanza, come ai suoi, spesso
inerti, rappresentanti.
Sorvoliamo su quello che le intercettazioni hanno
definitivamente acclarato, di là di ogni conseguenza penale che la magistratura
voglia a esse correlare. Più importante della sanzione penale, infatti, è la
sanzione sociale, volta a stigmatizzare comportamenti civilmente e moralmente
dannosi, anche laddove non integrino specifiche fattispecie di reato. Definiamo
questi ultimi, nell’insieme, una rete di relazioni determinate dai reciproci
vantaggi, no necessariamente rilevanti penalmente, ma che certo ben poco
avevano a che fare con la rappresentanza politica degli elettori, la
responsabilità dell’informazione professionale, la trasparenza della tecnica,
la corretta distanza tra controllati e controllanti.
Siamo liberi di ritenere, pertanto, che detta rete abbia
condizionato e alterato la percezione della realtà nei tarantini e abbia
contribuito in maniera decisiva al cronicizzarsi di mali che ci conducono oggi
in questo cul de sac. Siamo anche liberi di ritenerci non sufficientemente
garantiti dai nostri parlamentari, sindaci, presidenti, sindacalisti,
giornalisti.
Non soffermiamoci oltre sul palese contrasto fra il dettato
costituzionale e le norme del decreto, che capovolge le scelte di valore
dettate nell’articolo 41 della carta. Cosi come sull’inopportunità di
accavallare le attribuzioni del potere legislativo e della funzione giudiziaria
in materia penale.
Ma di ciò si occuperà, quasi certamente, l’alta corte. E non
vorrei essere nei suoi panni.
Entro invece nel merito, per quanto mi riesca, del perché si
è giunti sin qui, del cosa accade ora, del cosa potrà accadere a breve, in base
al decreto e alle scelte dell’azienda, rimessa in possesso dello stabilimento.
(GU n. 282 del 3-12-2012)
Visto il decreto-legge 7 agosto 2012, n. 129, convertito dalla legge 4 ottobre 2012, n. 171, e il Protocollo d'Intesa del 26 luglio 2012 per interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto sottoscritto a Roma;
Visto il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in data 26 ottobre 2012, prot.
DVA/DEC/2012/0000547, di cui alla comunicazione pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 252 del 27 ottobre 2012, con il quale si e' provveduto al riesame dell'autorizzazione integrata ambientale n. DVA/DEC/2011/450 del 4 agosto 2011, rilasciata alla Societa' ILVA S.p.A. per l'esercizio dello stabilimento siderurgico ubicato nei comuni di Taranto e di Statte, disponendo, ai fini della piu' rigorosa protezione della salute e dell'ambiente, l'applicazione in anticipo della decisione di esecuzione n. 2012/135/UE della Commissione, del 28 febbraio 2012, che stabilisce le conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (BAT) da impiegare per la produzione di ferro e acciaio ai sensi della direttiva 2010/75/UE;
Considerato che l'autorizzazione integrata ambientale e il Piano operativo assicurano l'immediata esecuzione di misure finalizzate alla tutela della salute ed alla protezione ambientale e prevedono graduali ulteriori interventi sulla base di un ordine di priorita' finalizzato al risanamento progressivo degli impianti;
Ritenuta la straordinaria necessita' e urgenza di emanare disposizioni per assicurare che, in presenza di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale, qualora vi sia una assoluta necessita' di salvaguardia dell'occupazione e della produzione, il Ministro dell'ambiente possa autorizzare mediante autorizzazione integrata ambientale la prosecuzione dell'attivita' produttiva di uno o piu' stabilimenti per un periodo di tempo determinato non superiore a 36 mesi e a condizione che vengano adempiute le prescrizioni contenute nella medesima autorizzazione, secondo le procedure e i termini ivi indicati, al fine di assicurare la piu' adeguata tutela dell'ambiente e della salute secondo le migliori tecniche disponibili;
Ritenuta altresi' la straordinaria necessita' e urgenza di emanare disposizioni per assicurare la piena attuazione delle prescrizioni della sopracitata autorizzazione, volte alla immediata rimozione delle condizioni di criticita' esistenti che possono incidere sulla salute, conseguendo il sostanziale abbattimento delle emissioni inquinanti;
Considerato che la continuita' del funzionamento produttivo dello stabilimento siderurgico Ilva S.p.A. costituisce una priorita' strategica di interesse nazionale, in considerazione dei prevalenti profili di protezione dell'ambiente e della salute, di ordine pubblico, di salvaguardia dei livelli occupazionali;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 30 novembre 2012;
Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico;
il seguente decreto-legge: