giovedì 29 novembre 2012

Taranto, Dies irae dies ILVA: I cavalieri dell'apocalisse in soccorso del siderurgico

Albrecht Durer, "I cavalieri dell'apocalisse"

L'uragano, perfetta metafora dei giorni a venire. 

In queste ore assistiamo al posizionarsi dello schieramento che dalle origini tiene in piedi il siderurgico tarantino, contro ogni evidenza di illegalità, veneficità, antieconomicità. Quasi tutti sono a Roma oggi, per continuare a fare il peggio possibile.

Esaminiamoli insieme.


 

 

Il cardinale Bagnasco

Sulla linea che negli anni '50 portò alla costituzione del siderurgico, grazie alla potente mediazione dell'arcivescovo Motolese, vero selezionatore personale dell'allora Italsider sino a metà degli anni '60 ed anche dopo, ma in condominio con sindacati e partiti, il cardinale e presidente CEI, risvegliato dalla piena operatività del sequestro in corso, azzarda le seguenti dichiarazioni:

«Bisogna che si intervenga velocemente e in modo equo affinché con il tempo e le risorse necessarie si possa risanare quello che è necessario per la salute di tutti e nello stesso tempo mantenere il lavoro per migliaia di famiglie». Il porporato si è detto «convinto che sarà possibile perché è un problema troppo grave».
«Non solo auspichiamo che questa difficile situazione si risolva ma dobbiamo sperare nel buon senso generale. Bisogna intervenire velocemente, anche se non bisognerebbe mai arrivare a questi punti di tensione e drammaticità che fanno male a tutti, ai lavoratori, alle famiglie e alla società intera».
«Ognuno cerca di fare quello che può secondo le proprie competenze e possibilità» ha detto il presidente della Cei, rispondendo a chi domandava se la Conferenza episcopale italiana avesse avuto contatti con il Governo per trovare una soluzione al caso Ilva.
Non dimentichiamoci della messa di Natale del 1968 e delle parole ben più recenti del Papa Benedetto. "Quello che può secondo le proprie competenze e possibilità" indica tutta la potenza temporale della Chiesa Cattolica, di cui buona parte dello stesso governo in carica è manifesta espressione.
Ricordiamoci anche dell'ex arcivescovo Benigno Papa, asserito percettore finale della busta di danaro consegnata da Gerolamo Archinà al perito del tribunale Liberti, di notte in piazzola di sosta. Così come di padre Morrone, segretario della diocesi di Taranto e attualmente accusato di false dichiarazioni agli inquirenti, per aver sostenuto la posizione vescovile, poi addirittura smentito dal presule.
Non dimentichiamo nemmeno che l'Archinà fu insignito del Cataldus d'argento, massima onorificenza del vescovado locale rivolta agli amici della diocesi, particolarmente operosi.
Un uomo "dimesso" poi di botto dal prefetto Ferrante, neopresidente ILVA, come se la proprietà nulla sapesse della trama ultradecennale che le intercettazioni rivelano assai approfondita e poliedrica, dalla stampa locale a Montecitorio, passando per gli enti di valutazione ambientale.
Dulcis in fundo, la messa pro ILVA indetta dall'attuale vescovo Santoro, giunto anch'egli da poco in tempestiva sostituzione del Benigno Papa, cui prese parte con entusiasmo persino la CGIL.
Da ciò si fa presto a passare al prossimo protagonista tradizionale, attuale segretario di quel sindacato, Susanna Camusso.

Il segretatio CGIL Susanna Camusso


"Se siamo arrivati a questo punto penso ci siano grandi responsabilità dell'azienda", ha detto il segretario generale della Cgil Susanna Camusso a Radio Anch'io. "In altri paesi - ha proseguito - la stessa proprietà ha degli stabilimenti che sono giudicati dai governi e dalle leggi di quei paesi come stabilimenti che non inquinano. C'è una grande responsabilità che si è prodotta nel tempo, scegliendo di non investire rispetto a un impianto con quelle caratteristiche. E penso anche che l'azienda abbia usato una forma di paternalismo per governare la situazione che si sta riproducendo in queste ore. Avremmo preferito dei comportamenti lineari e non antagonisti alle decisioni del Governo da un lato e della magistratura dall'altra".
Il Governo deve decidere anche un' eventuale "partecipazione diretta" nell'Ilva nel caso non si trovasse una soluzione, ha poi detto Camusso: quanto all'Aia messa a punto dal governo, "è una premessa ma non è sufficiente: il lavoro del governo sull'Aia è stato utile ma ora bisogna fare l'ultimo passo", conclude Camusso.

L'ultimo passo è appunto il decreto che in queste ore viene trascritto e che merita un discorso a parte. E forse la statalizzazione dell'acciaieria. C'è da rilevare che la UIL, ad esempio, è molto meno tenera ed arriva a dire con Angeletti "Forse se l'acciaieria è pubblica non inquina più?".
E parliamo comunque dei medesimi sindacati scacciati dalla pubblica piazza pochi mesi orsono, grazie all'intervento di un gruppo di lavoratori ILVA delusi dal tradimento cinquantennale dei loro rappresentanti, che nutrono il solo desiderio che tutto continui come sempre fu, in barba ad ogni morto che si accumula nel cimitero tarantino, anch'esso letteralmente ricoperto dalle polveri sottili che promanano dai parchi minerari prospicienti, giusto oltre il muro di recinzione.
Ci vien facile, per contiguità ideologica, incontrare il prossimo protagonista.

mercoledì 28 novembre 2012

Tempeste d'acciaio... da titolo a realtà. Foschi presagi?

Proprio ieri "il Foglio" titolava "tempeste d'acciaio"... mai titolo fu più diabolicamente profetico.

Ci sarebbero 3 dispersi, 20 feriti, ciminiere crollate, gru affondate in mare. Ingenti danni alle strutture produttive e potenziali pericoli da incendi in corso.

Due ore fa una violentissima perturbazione, nelle forme di uragano più che tromba d'aria (fenomeno di cui non v'è memoria recente in città), ha colpito violentemente proprio lo stabilimento siderurgico e le immediate vicinanze, con precisione chirurgica. Ad appena un kilometro, nulla o quasi è stato avvertito.

 Fulmine e tromba d'aria sull'Ilva di Taranto. Black out totale degli impianti. In particolare in quelli di lavorazione della ghisa e le cokerie, dove è stata colpita una torre alta circa 80 metri (caduti dall'alto diversi quintali di cemento). Dallo stabilimento si leva un'enorme nube nera e si vedono fiamme.
[...]  Alle 10 e 30 circa tromba d'aria dal mare che è passata prima ai moli e poi sull'intero stabilimento Ilva. Crollati un Capannone all'imbarco prodotti e la torre faro, crollato il Camino delle batterie uno e tre. Sono mobilitati tutti i mezzi di soccorso dello stabilimento, vigili del fuoco e Ambulanze, e stanno convergendo anche i mezzi di soccorso cittadini e provinciali, vigili del fuoco e 118

Dal corriere del mezzogiorno , che oltre a questa nota aziendale presenta un breve video: mai visti auto e bus rovesciati dal vento a Taranto.
Si parla di tre vittime, o dispersi, 20 feriti, ciminiere crollate, gru affondate in mare.
Ingenti danni alle strutture produttive e potenziali pericoli da incendi in corso.
Non si può escludere lo sprigiornarsi di nubi cariche di agenti chimici e minerali. Anche se pare si vada verso una rapida messa in sicurezza. 
Per un'idea più completa della estrema violenza dell'uragano ecco qui altro video tratto da youtube:



L'Italia della vergogna e degli avvoltoi: allucinante vicenda rossanese

Un racconto sconcertante. Un video che lascia senza parole. Gesti senza alcuna giustificazione. Di certo non la fame, che pure mai nella storia significò disprezzo per i morti. 

Lo squallore senza fine di una nazione che sa solo fingersi paese civile, ma che per molti aspetti e per la complicità passiva ed egoista della maggioranza ha perso ogni limite, ogni decenza. Ogni senso.

 

Dal Quotidiano di Calabria:

Strage del treno, la rissa delle onoranze funebri
per contendersi i corpi delle vittime di Rossano

Sconcertante episodio dopo che le sei persone sono rimaste uccise, travolte in auto dal convoglio. Pugni e calci davanti ai parenti, con i titolari che rivendicavano l'esclusiva del servizio sul luogo della tragedia: «Questa è roba nostra, non vogliamo gente da Corigliano o da Mirto». Poi il richiamo della gente presente.

Qui trovate il resto dei testi ed il triste video. 

Guardare in faccia alla realtà a volte però serve. E molto. Difficile dimenticare la reazione del signore rumeno che grida la sua indignazione.


martedì 27 novembre 2012

Decreto n.90, 23 maggio 2008 (convertito 14 Luglio): una sorte simile per ILVA?



Il giurista, per il grande Arcimboldo

Un post per giuristi.

A seguire la legge che consentì una soluzione d'imperio alla congestione della raccolta e dello smaltimento rifiuti in Campania, introducendo elementi di legislazione emergenziale, essenzialmente anticostituzionali. 

In neretto i commi di maggior interesse ai fini di una (teorica), assai pericolosa, applicazione al caso ILVA. Da parte di un governo che non gode nemmeno del crisma democratico elettorale.

Dall'articolo 6 in poi le disposizioni riguardano prettamente lo smaltimento dei rifiuti e non hanno in questo contesto alcun interesse.

Riservo le mie considerazioni in merito a prossima pubblicazione.

 

 

                      

Testo del decreto legge n.90 del 23 maggio 2008 recante: «Misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza nei settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania e ulteriori disposizioni di protezione civile» con le modifiche apportate dal Parlamento in sede di conversione.

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;

Visti gli articoli 9 e 10 della legge 23 agosto 1988, n. 400;

Visto l'articolo 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225;

Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327;

Visto l'articolo 107 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112;

Visto il decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401;

Visto il decreto-legge 17 febbraio 2005, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 aprile 2005, n. 53;

Visto il decreto-legge 30 novembre 2005, n. 245, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 gennaio 2006, n. 21;

Visto il decreto-legge 9 ottobre 2006, n. 263, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 dicembre 2006, n. 290;

Visto il decreto-legge 11 maggio 2007, n. 61, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 luglio 2007, n. 87;

Ritenuta la straordinaria necessita' ed urgenza di adottare adeguate iniziative volte al definitivo superamento dell'emergenza nel settore dei rifiuti in atto nel territorio della regione Campania;

Considerata la gravita' del contesto socio-economico-ambientale derivante dalla situazione di emergenza in atto, suscettibile di compromettere gravemente i diritti fondamentali della popolazione della regione Campania, attualmente esposta a rischi di natura igienico-sanitaria ed ambientale;
Considerate le ripercussioni in atto sull'ordine pubblico;

Tenuto conto della necessita' e dell'assoluta urgenza di individuare discariche utilizzabili per conferire i rifiuti urbani prodotti nella regione Campania;

Considerato il continuo svilupparsi di incendi dei rifiuti attualmente stoccati presso gli impianti di selezione e trattamento, ovvero abbandonati sull'intero territorio campano, e della conseguente emissione di sostanze altamente inquinanti nell'atmosfera;

Fabio Riva, o' latitante... ed altre amenità (si fa per dire)

Fabio Riva: dalle cene con Carminati e Marcegaglia....













...alle emozioni cantate da Gianni Celeste.
...chella sera è accummenciata a strada longa
a paura ca nun saie si po ferni'
a valiggia fatta in frett’, o’ pensiero
per tua moglie ca nun po’ sta ‘nzieme a te

e chill'occhie re criature nun capevan’
a’ raggione ca’ partive sule tu
ti strigneste forte forte
e po’ nun t'hanno viste cchiu

nu latitante nun tene cchiu niente
luntano rr'o bbene, a nascust' da gente
l'urtim' amico adeventa importante
ppe' ffa nu regal' a chi aspett' a papa

nu’ latitante è na foglia int'o viento
nun pò allucca, nun pò ddi so innocente
telefon' a casa ppe' ddi sulamente
riman’ è Natale, vulesse turna'...

(video in fondo al pezzo)


Immaginavamo bene: Fabio Riva è irreperibile da ieri, quindi latitante . Definitiva contezza ce ne dà  lettera43:

Fabio Riva, il vice presidente di Riva Group, ricercato per associazione a delinquere, corruzione e reati ambientali, è latitante

ed anche articolo3:

Fabio Riva, il rampollo della dinasty, è irreperibile, c'è chi lo da in America, chi in Algeria, lo insegue un'ordinanza di custodia cautelate in carcere per associazione per delinquere, corruzione e reati ambientali
che come vedete ipotizza anche alcuni luoghi di possibile fuga.
Qui una foto (prima fila, sinistra) lo ritrae di recente ad un convegno presso un lussuoso relais di Taranto, il club Histò, che avrebbe poi ospitato Oscar Giannino:

lunedì 26 novembre 2012

Riva in fuga? Sequestri, arresti, indagini in una città che brucia

Diverse fonti attendibili parlano di irreperibilità di Fabio Riva. Una brevissima survey dei nuovi provvedimenti della magistratura, mentre impazza la cassa integrazione in azienda e Taranto brucia. 

Video in coda al pezzo.


Riprendiamo l'attività di Corporeus Corpora ripartendo da un argomento che per ragioni geografiche (ma non solo) ci tocca da assai vicino.
Non ci stanchiamo di ripetere che le vicende processuali hanno da tempo segnato il destino dello stabilimento, a sua volta determinato da una cinquantennale illegalità, devastanti gap tecnologici e forse ancor di più dall'incombente crisi dell'acciaio, mondiale ed europea. Come pure abbiamo da sempre sostenuto,  con dovizia di argomenti.
Di cui è testimonianza la richiesta di cassa integrazione, sinora infruttuosa, compiuta dalla dirigenza ILVA nei giorni scorsi e motivata esplicitamente dalla fine delle commesse per le aree a freddo, più ancora che dal sequestro in corso. Testuali parole del gruppo Riva:
a causa del perdurare della crisi di mercato già registrata a partire dal primo trimestre dell’anno corrente, fronteggiata sino ad oggi attraverso il ricorso alle ferie e la ricollocazione degli esuberi in altre aree dello stabilimento
Per sommicapi le novità presentate dalla procura ed autorizzate dal GIP Todisco sono l'ipotesi di associazione a delinquere, avvisi di garanzia per inadempimento delle misure imposte dal tribunale nei confronti del presidente Ferrante e del direttore Buffo, dei quali abbiamo lungamente trattato in precedenza, l'arresto di politici ed ingegneri per concussione (che novità) ma soprattutto, a nostro parere, l'apposizione dei sigilli su quanto prodotto nei mesi addietro in pendenza di sequestro, rivolto appunto all'eliminazione delle fonti di reato e non alla produzione. Così ne parla la Gazzetta del mezzogiorno online:

Contestualmente agli arresti, nel siderurgico è stato eseguito un sequestro preventivo dei prodotti finiti e semilavorati destinati alla vendita e al trasferimento negli altri stabilimenti del gruppo Riva. Di fatto un blocco dell'attività nella fabbrica da dodicimila posti di lavoro. Sigilli apposti a tutto il prodotto finito sulle banchine del porto di Taranto utilizzate dall'Ilva, in questo modo la merce non potrà essere commercializzata. La misura sarebbe stata adottata perché Ilva avrebbe violato le prescrizioni del sequestro adottato dall'Autorità Giudiziaria, nel luglio scorso, sugli impianti dell'area a caldo. Sequestro che non prevede la facoltà d'uso a fini produttivi degli impianti del siderurgico.
A questo punto non si intravede alcuna possibilità di prosecuzione dell'attività siderurgica, AIA o non AIA, che pure in questi mesi ha tenuto bordone e destato interesse e dibattiti. Ma non da noi. Che già da tempo avevamo dichiarato "chiusa" la pratica. Sia Vendola o non Vendola a gestire le elemosine di Stato destinate alla "bonifica" dei quartieri peggio messi, è cosa di interesse locale e di scarso momento, considerate le figure in campo, le loro precedenti, note ed azzardate gestioni del problema ambientale ed urbanistico in questione. Dalle collinette alle fontanelle, dai presidenti delle province ai sindaci.
Molto più interessante ai fini di plausibili sviluppi, soprattutto per ciò che riguarda le aspettative del territorio di trovare giustizia e risarcimento materiale, per quanto possibile, dell'enorme danno ambientale e sanitario (cosa che Corporeus corpora vorrebbe tanto sperare esser possibile... ma su cui non scommetterebbe un centesimo... e non per tirchieria...), è il detto/non detto riguardo all'irreperibilità del più giovane dei Riva, Fabio.

giovedì 15 novembre 2012

Grillo vs Pasolini, 2012 vs 1968

Il commento è lasciato ai lettori.


Soldato blu


Polizia, chi stai difendendo? Chi è colui che colpisci a terra? Un ragazzo, uno studente, un operaio? E' quello il tuo compito? Ne sei certo? Non ti ho mai visto colpire un politico corrotto, un mafioso, un colluso con la stessa violenza. Ti ho visto invece scortare al supermercato una senatrice o sfrecciare in moto affiancato ad auto blu nel traffico, a protezione di condannati in giacca e cravatta, di cosiddetti onorevoli, dei responsabili dello sfascio sociale che invece di occuparsi dello Stato si trastullano con la nuova legge elettorale per salvarsi il culo e passano le serate nei talk show. Di improbabili leader a cui non affideresti neppure la gestione di un condominio che partecipano a grotteschi confronti televisivi per le primarie. Loro "non tengono" vergogna, tu forse sì. Lo spero. Soldato blu, tu hai il dovere di proteggere i cittadini, non il Potere. Non puoi farlo a qualunque costo, non scagliando il manganello sulla testa di un ragazzino o di un padre di famiglia. Non con fumogeni ad altezza d'uomo. Chi ti paga è colui che protesta, e paga anche coloro che ti ordinano di caricarlo. Paga per tutti, animale da macello che nessuno considera e la cui protesta, ultimo atto di disobbedienza civile, scatena una repressione esagerata. Soldato blu, ci hanno messi uno contro l'altro, non lo capisci? I nostri ragazzi non hanno più alcuna speranza, dovranno emigrare o fare i polli di allevamento in un call center. Tu che hai spesso la loro età e difendi la tua posizione sotto pagata dovresti saperlo. E' una guerra, non ancora dichiarata, tra le giovani generazioni, una in divisa e una in maglietta, mentre i responsabili stanno a guardare sorseggiando il tè, carichi di mega pensioni, prebende, gettoni di presenza, benefit. Soldato blu non ti senti preso per i fondelli a difendere l'indifendibile, a non schierarti con i cittadini? Togliti il casco e abbraccia chi protesta, cammina al suo fianco. E' un italiano, un'italiana come te, è tuo fratello. è tua sorella, qualche volta, come ieri per gli operai del Sulcis, un padre che ha sputato sangue per farti studiare. Sarà un atto rivoluzionario.

2012, Beppe Grillo, dal suo Blog

martedì 13 novembre 2012

Da Chicago blog: poche righe, tre grafici e il declino inarrestabile d'Italia

L'Ouroboros più sfigato del mondo...


Contrariamente alla abitudini di Corporeus corpora, interrompo il periodo di silenzio, generato da incombenze che mi hanno condotto alle periferie estreme della civiltà (sovente molto più vicine a noi di quanto amiamo credere), riportando integralmente il testo seguente, scritto da Ugo Arrigo per Chicago Blog.

In calce il mio commento, con qualche dato di ultim'ora...


"Alcuni studenti mi hanno chiesto quale variabile potrebbe in maniera più sintetica ed efficace rappresentare il declino economico dell’Italia dell’ultimo decennio-quindicennio. La miglior ‘fotografia’ possibile del declino è a mio avviso rappresentata dall’indice del  Pil pro capite degli italiani in standard di potere d’acquisto (PPS) calcolato ponendo sempre uguale a 100 in ogni anno lo stesso dato per l’UE a 27 paesi. Si ottiene in tal modo una linea che discende rapidamente e continuamente nel tempo senza accenno alcuno ad un’inversione di tendenza, come è possibile vedere dal grafico sottostante.
Pil pro capite in SPA  (Indici UE27=100)
A metà anni ’90 il Pil pro capite dell’Italia in PPS si trovava 21 punti percentuali al di sopra del valore medio degli attuali 27 paesi che compongono l’Unione e persino 6 punti sopra il valore dei paesi UE-15 pre allargamento. Nel 2003 il dato italiano scendeva al di sotto del dato medio UE-15 e alla fine del decennio azzerava completamente il vantaggio rispetto all’UE-27.
Accanto alla ‘foto’ del declino relativo dell’Italia è utile  osservare anche le differenti dinamiche del Pil nel nostro paese e nell’UE che lo spiegano. Il Grafico seguente mostra i due indici del Pil reale dal 1995.
Pil Italia e UE-27 Italia esclusa  (Indici 1995=100)
Dal 1995 l’Italia è sempre cresciuta di meno del resto dell’UE (tranne nel 1999-2000): dal 1995 al 2007, ultimo anno per noi pre recessione, avevamo cumulato una crescita complessiva del 20% (contro il 38% del resto dell’Unione) ma circa metà di essa è andata perduta nel biennio 2008-9 e il piccolo recupero del 2010-11 è stato interamente bruciato dalla recessione fiscale italiana del 2012. Risultato? Mentre nel 2012 il resto dell’Unione (nonostante comprenda tutti i paesi problematici tranne noi) ha recuperato integralmente il livello di Pil del 2007 noi non abbiamo recuperato assolutamente nulla e il nostro Pil è ritornato quest’anno allo stesso livello del 2001, indietro di tre legislature politiche. Ma c’è di peggio. 

domenica 4 novembre 2012

un po´ di cabaret

Henning Wehn
Amici lettori,

sembra che Corporeus Corpora stia acquistando la capacita´ di rimanere qualche giorno senza post e non disperare per il calo delle visite.

Sono convinto che per avere valore, gli scritti debbano essere ispirati e non inflazionati.

Tuttavia, per alleggerirvi l´attesa, per questa domenica sera vi propongo un po´ di cabaret

Si tratta di Henning Wehn, tedesco d´origine che fa il cabarettista in Inghilterra e il suo tema sono gli stereotipi sulle diverse nazionalita´.

I sottotitoli non sono eccelsi, ma sufficienti.

L´umorismo rende acuta l´analisi e aiuta a non scivolare in trite banalita´. Oltre ad alleggerire lo spirito.

I nostri amici umanisti ci insegnano che il gioco rivela a volte ben piu´ delle analisi seriose.

Buona visione