martedì 16 ottobre 2012

Napoli e Milano unite nella cronaca: la nuova Italia

Non è più tempo di Bellavista , ma di cucùli antropomorfi...


Giorni fa, con qualche rabbia, scrivevo parlando della Lombardia:
E' evidente che a Milano, come vado dicendo da qualche anno, si è ormai compiuto il processo di napoletanizzazione. Quando invece sarebbe stato ben più auspicabile, senza togliere la propria specificità ad alcuno, milanesizzare Napoli. Che si sta all'opposto somalizzando, in una gara infinita verso il caos, l'anarchia nel senso peggiore, la criminalità, l'abuso, l'inefficienza, la povertà. 
Diciamo, con colpevole brevità, napoletanizzazione per intendere l'assunzione al nord di prassi tipicamente e genuinamente meridionali.
Questi impietosi neologismi, napoletanizzare, somalizzare non servono nel mio intendimento a stigmatizzare colpe di specifici luoghi, che pure ci sono ed infinite, ma a trovare nel linguaggio le risorse efficaci per definire un appetite for destruction, una libidine di collasso, un percorso che pare  obbligato per le metropoli (per modo di dire, nel nostro piccolo) italiane. E che questa esigenza vi sia lo dimostra oggi il Corriere della sera online, regalando in prima pagina l'immagine che vedete qui a lato. 
A Milano gambizzano uomini senza precedenti, quindi di calibro tutto da verificare (cosa un tempo propria a Napoli) ed a Napoli, tra Chiaiano e Scampia, crivellano incensurati con una potenza di fuoco un tempo destinata a miglior causa (si fa per dire...).
Come vedete assistiamo ad un peggioramento cospicuo in ambedue i contesti metropolitani: in Lombardia un'infinità di casi dimostrano che microcriminalità e grilletto facile hanno ormai fatto breccia negli usi e costumi, a Napoli si arriva ad esecuzioni degne di Boss, come correttamente definite dal giornalista del Corriere del Mezzogiorno, per chi boss non è. O almeno non pare. E forse sarebbe anche peggio lo fosse e non lo si sapesse...
Lasciatemi congedare, in divertimento e malinconia, dal buon vecchio Bellavista che ahimè più non ci rappresenta, con questo filmato. Cui ne seguirà altro, di ben diverso stampo.
La visione è consigliata a tutti.




A mio giudizio non è affatto vero che Napoli non sia più la capitale del crimine italiano. 
Il paese ne vanta varie, ma nessuna altrettanto vasta, caotica, tentacolare, densa, fuori controllo, conflittuale. E' una questione di qualità, più che quantità. Per così dire.
Come deduciamo dal recente caso di tratta internazionale di neonati, vicenda bulgaro-napoletana di primissimo piano, venuta alla luce grazie alla famosa Stampa d'inchiesta bulgara, evidentemente migliore della nostra:

Giako, Giako sei proprio un cucùlo (dal ciuffo)...
A parlarne è la stampa Bulgara. Il quotidiano "Telegraf" ha rivelato una situazione nella quale sono coinvolte donne rom di Veliko Tarnovo. Le donne partorirebbero bambini in Italia affidandoli ai trafficanti e tornando a casa con ben 3mila euro in tasca, soldi utili a mantenere la famiglia, con uno stipendi di 300 euro mensili. A mettere in piedi il traffico sarebbe stato il boss Giako, che ha lavorato a Napoli, venendo in contatto con i trafficanti di bambini della zona. Giako stesso spesso metterebbe incinte le donne più belle, le quali verrebbero a partorire a Napoli, per poi ripartire alla volta della Bulgaria, con la pancia vuota e le tasche piene di soldi. (da Napoli Oggi Notizie)

Al di là della figura mitologica del temibile Giako, vero cucùlo umano che si fa pagare perchè gli si mantengano i figli ROM in Italia e le mogli chez lui (le più belle... e bravo Giako...), avete una misura precisa di cosa intendo quando brutalmente accenno ad una "somalizzazione" della capitale partenopea.

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