lunedì 1 ottobre 2012

Flower Children VS Frattini & Giovanardi: il potere delle droga contro la droga del potere. Chi vincerà?

Fa meno male la droga del potere...

Una mano a districarci nell'ardua tenzone ci viene dalla scienza, l'altra dall'osservazione della politica italiana.


Franco Frattini nella giornata di ieri ha detto una cosa sensata. Per la prima volta da quando ho nozione della sua esistenza.
Cioè che
 "...sia una porcheria averla candidata (la Minetti,N.d.R.). Che sia una porcheria che dinanzi al segretario politico Alfano che la invita a dimettersi, lei non si dimette. Sono stati gli errori di selezioni delle candidature che non dovremo piu' rifare. E' triste vedere che nella politica la cooptazione rischia di prevalere, questa legge ha fatto cooptare a tutti i segretari dei partiti che c'erano nel 2008 praticamente chi volevano loro".
Corporeus corpora è d'accordo.
... oppure il potere della droga??
Sfugge però all'ex ministro degli esteri, le cui esternazioni durante la carica sarebbero meritevoli di un post specifico sino ai grandi exploit del caso Libia, che egli stesso fu candidato nel 2008 nel collegio del Friuli-Venezia Giulia ed eletto alla Camera dei Deputati.
Ordunque anch'egli, per sua stessa ammissione, è stato propinato al popolo bue italico per esclusiva volontà di codesti segretari di partito. 
Poichè è sommamente improbabile che il dr. Frattini volesse accomunarsi ad una Nicole Minetti dalla quale prendeva sdegnosamente le distanze, possiamo ritenere che egli soffra di una certa forma faziosa di amnesia, ancora sconosciuta alla scienza ma certamente molto presente nella politica italiana.
Un morbo terribile capace di generare fatti eclatanti, uno per tutti la famosa, ma mai abbastanza rammentata, forte opposizione di Di Pietro ad un referendum elettorale per cui aveva raccolto, anche personalmente, fiumi di firme pochi mesi prima.
Non vi è ragione di ritenere che il dr. Frattini abbia mai assunto stupefacenti, nemmeno occasionalmente, nemmeno all'università, che pure incredibilmente frequentò.

Nel deliberato convincimento di disvelare gli aspetti meno battuti e più reconditi del mondo contemporaneo, soprattutto quando essi contrastano con una visione tanto acritica quanto comune dei fatti, ovvero quella proposta dall'ordinaria informazione (e a dar ragione della nostra onestà intellettuale vi sono anche i pubblici alterchi degli autori, su questioni particolarmente controverse), non possiamo certo esimerci dal menzionare un recente studio di grande interesse, condotto da un team di ricercatori del King’s College di Londra su 11.000 adulti inglesi tra i 42 anni ed i 50.

Questo l'esordio e qualche estratto rappresentativo:

In the context of an aging world population, the preservation
of cognitive functioning represents a major public health
concern. In past decades, there has been increasing interest
from researchers and health professionals in understanding
risk factors and identifying protective factors for cognitive
decline (l). Several risk factors for cognitive decline have been
proposed, including diabetes, hypertension, stroke, alcohol
abuse, smoking, and hypercholesterolemia (2-5). It has also
been suggested that illicit drug use might be associated with
impaired cognitive functioning.
 Nel contesto dell'invecchiamento della popolazione mondiale, la conservazione
delle funzioni cognitive rappresenta un'importante preoccupazione per la
sanità pubblica.

  Nei decenni passati si è registrato un crescente interesse
di ricercatori e professionisti della salute nella comprensione
dei fattori di rischio e di fattori di protezione per il declino 

della capacità cognitive (l). Fattori di rischio per il declino cognitivo 
sono stati proposti, compresi diabete, ipertensione, ictus, abuso d'alcool
abuso, fumo e ipercolesterolemia (2-5).  E' stato anche
suggerito che l'uso illecito di stupefacenti può essere associato con
compromissione funzioni cognitive.



 Specifically, there were greater odds of illicit drug use for men,
single persons, and participants with degree-level qualifications
for each of tbe 3 classes of illicit drugs.

In all analyses, smoking was strongly associated with illicit
drug use.


 In particolare, ci sono maggiori probabilità di consumo di droghe illecite per gli uomini, i singles e chi possiede livelli di studio superiore,
per ciascuna delle 3 classi di droghe illecite.
  In tutte le analisi, il fumo è stato fortemente associato con  l'uso di droghe illegali.


 The aim of the present study was to estimate long-term
cognitive functioning in the midlife of adults with varying
patterns of illicit drug use. The findings differed between

 participants who had ever used drugs and those who currently
used them. No association was observed between current
illicit drug use at age 42 years and cognitive functioning at
a to-year follow-up. However, current or past illicit drug use
was associated with marginally higher cognitive functioning

 scores than was no illicit drug use. Similar results were
obtained for all 3 cognitive function measures investigated
and across different groups and types of illicit drugs after
adjusting for a wide range of confounding factors.
The positive association between ever use of illicit drugs
and cognitive functioning suggests that any cognitive deficits
associated with immediate illicit drug use (7,9) might dissipate
with time. Cognitive impairment due to persistent intoxication
(25) might not be present among past recreational illicit
drug users. Thus, the association between past use and cognitive
function might be explained by residual confounding
with higher educational level among ever illicit drug users,
leading to higher cognitive abilities or increased familiarity
with cognitive tests.


 Lo scopo di questo studio era di stimare nel lungo termine
le funzioni cognitive nella mezza età con diversi
modelli di consumo di droghe illecite. I risultati differivano tra
 partecipanti che non hanno mai fatto uso di droghe e coloro che
le hanno usate. Nessuna associazione è stata osservata tra 

l'uso di droghe illecite all'età di 42 anni e il funzionamento cognitivo
  per ogni anno di follow-up. Tuttavia, l'attuale o passato l'uso illecito di stupefacenti
è stato associato con punteggi, relativi alle funzioni cognitive, leggermente superiori 

 a quelli di chi non era dedito a droghe illecite. Risultati simili sono stati
ottenuti per tutte e 3 le misure di funzionalità cognitive esaminate
e tra i diversi gruppi e tipi di droghe illecite dopo
  gli aggiustamenti di una vasta gamma di fattori confondenti.
L'associazione positiva tra l'uso di droghe illecite
e il funzionamento cognitivo suggerisce che eventuali deficit cognitivi
associati con l'uso in quel momento di droghe illecite (7,9) si dissiperebbero
nel tempo. Il deficit cognitivo dovuto all'intossicazione persistente
(25) potrebbe non essere presente tra chi faceva uso ricreazionale di droghe nel passato.

  Pertanto, l'associazione tra l'uso in passato e
funzioni cognitive potrebbe essere spiegato da fattori di confusione residuali
come il più alto livello di istruzione tra i consumatori di droghe illecite

che comporta maggiori abilità cognitive o maggiore familiarità con i test.

Daniela Silva su Mediapolitika affronta la lettura, alludendo simpaticamente, considerata l'età, ai figli dei fiori. E ci fa sapere che
I test hanno portato i ricercatori, guidati dal professor Alex Dregan, a concludere che non esiste un legame necessario fra uso di droghe leggere e compromissione delle facoltà cognitive a 50 anni.
È evidente che l’intenzione dei ricercatori del King’s College non è quella di fare da paladini alla salvaguardia delle sostanze stupefacenti, ma piuttosto di dimostrare che i cosiddetti figli dei fiori, ripetutamente dediti al consumo di marijuana, Lsd e funghi allucinogeni hanno superato i cinquanta anni con la memoria paragonabile a tutti i coetanei che, invece, da qualsiasi sorta di sostanza stupefacente si sono sempre tenuti alla larga.
Lo studio, pubblicato sulla rivista “American Journal of Epidemiology”, conferma e smentisce altre ricerche precedenti.
Il testo scientifico presentato giunge effettivamente a queste conclusioni. Ma le sorpassa. Perchè non si testano solo le droghe leggere ma anche, ad esempio, l'LSD o la cocaina. E perchè addirittura vi sarebbe un piccolo vantaggio dei consumatori, rispetto ai non consumatori.

Concludiamo la pubblicazione degli estratti con questo passo, in cui gli autori provano a dare una spiegazione plausibile dei dati ottenuti. Sempre bilingue per non ingenerare dubbi sulla traduzione, in quanto stiamo di nuovo affrontando argomenti taboo, con un taglio più che taboo:

 A more
plausible explanation is that any effects of illicit drug use on
cognition are generally temporary and might disappear after
a short period of time (25). This is likely to be true among
people for whom illicit drug use is constrained to early life
periods, such as adolescence or young adulthood, and does
not become a long-term severe habit. This suggestion is supported
to a certain extent by the observed, albeit not statistically
significant; negative association between drug dependency
and long-term illicit drug use and subsequent cognitive functioning.
Further investigations usingcobort studies and with
better recording of data on drug dependency and length of
illicit drug use are warranted to confirm this suggestion.
  La spiegazione più plausible è che gli effetti del consumo di sostanze illecite sulla
cognizione siano generalmente temporanei e possano sparire dopo
breve periodo di tempo (25). Questo è probabile sia vero tra
persone per le quali l'uso di sostanze illecite è stato prevalentemente confinato 

nei primi anni dell'esistenza, quali l'adolescenza o la giovane età adulta, e non diviene
  una grave abitudine di lungo termine. Questa possibilità è supportata
in una certa misura dalle osservazioni, anche se non statisticamente
significative; associazione negativa tra tossicodipendenza
  a lungo termine, l'uso illecito di stupefacenti e il susseguente funzionamento cognitivo.
Ulteriori indagini e studi, con migliore registrazione dei dati sulla tossicodipendenza 

e la durata del consumo di droghe illecite sono necessari per confermare questa intuizione.


L'ex ministro Giovanardi mentre si scervella
Questo detto, parrebbe quindi che il potere della droga sia in effetti molto meno afflittivo delle funzioni cognitive rispetto alla droga del potere.
Il caso Frattini potrebbe però non bastare. Qualche parola su di un altro campione dell'astinenza, il quale nondimeno presenta a volte delle carenze di logica e di memoria che confermerebbero i dati riportati nello studio tradotto. Parliamo naturalmente dell'ex ministro Giovanardi, già rammentato in questo Blog quando si trattava di Stato Etico.
Eccolo qui in alcune sesquipedali affermazioni, negatorie di secoli di conquiste occidentali che consentono in primis a lui medesimo di esprimersi liberamente, a Radio 24: 

"Ci sono organi costruiti per ricevere e organi costruiti per espellere”,
  “A lei che effetto fa se uno fa pipì? Se lo fa in bagno va bene, ma se uno fa la pipì per strada davanti a lei, può darle fastidio” - riguardo al bacio in pubblico fra due donne.
 Ma possiamo continuare con:
 "anoressico, drogato e sieropositivo" 
 riferito al povero Stefano Cucchi, di cui l'ultima completamente falsa (infatti seguirono scuse alla famiglia). Ma al di là di ciò ancora un buco cognitivo, in quanto chi si definisce cristiano come l'ipercattolico Giovanardi, di certo dimentica il suo stesso credo quando giudica, addirittura impietosamente, una più che probabile vittima di brutalità poliziesche e di abbandono medico. E comunque un figlio di quel Dio che rialzava le prostitute e cenava coi pubblicani.
Ma nemmeno la borsa può star tranquilla, le troppe oscillazioni inducono Giovanardi a ritenere che 

 "Dopo piloti, autisti, funzionari pubblici, chirurghi, poliziotti e carabinieri, e' assolutamente auspicabile che siano rapidamente effettuati controlli antidroga anche a Piazza Affari. Auspico di farlo in collaborazione con Borsa Italiana. Il nostro intento e' intervenire prima per evitare che si pianga dopo a causa dei danni provocati dalla droga".
Nonostante questo paventare continuamente consumi e debosce, egli è però capace di battersi contro le statistiche ONU sul consumo di canapa in Italia, pari al 14,8% dei viventi, diciamo (fonte Corriere della sera). Che pure potrebbero spingerlo a suonare per l'ennesima volta il campanello d'allarme... sostiene infatti che il consumo sia più basso e comunque in diminuizione (contestato in questo persino dai Muccioli), grazie a studi sulle acque reflue. Metodologia unica al mondo, pare.
Al fine di dare un senso alle sue azioni, dimostrando l'incidenza benefica delle politiche antiproibizioniste (cosa che ammette pubblicamente in margine di un convegno che non sono riuscito a reperire... se voleste aiutarmi voi ci sono i commenti...), gli viene in soccorso quella grave amnesia cui accennammo all'inizio del testo per Frattini: essa gli impedisce di vedere la contraddizione tra immaginare canapa ovunque, persino a piazzale Cordusio, rifiutando al contempo le dimensioni del fenomeno che vorrebbe combattere duramente, a causa della sua gravità e diffusione.

Ovviamente non tutti restano supini di fronte a tali atteggiamenti patologici. 
Qui troverete due opinioni più che argomentate, di cui Corporeus Corpora ha notevole stima:
Ultimo documento presentato, proprio un'intervista alla dr.ssa Sterzi che riteniamo pragmaticamente riassuntiva del problema:


A seguito delle prove qui offerte alla consultazione, non possiamo evitare di concludere che la droga del potere ha conseguenze molto più pericolose e croniche sulla salute mentale di chi ne fa uso rispetto a quelle impercettibili, rilevate dai più recenti studi scientifici, su consumatori saltuari di sostanze psicotrope illecite. 

La vittoria va alla droga del potere. Ogni italiano credo sappia di che parliamo.

Grazie per l'attenzione.

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