mercoledì 1 agosto 2012

Mentre il vescovo Santoro veglia, il ministro apre solo il terzo occhio. E chiude gli altri due...

l'occhio dell'immaginazione del ministro

Un pensiero poetico 


L'arcivescovo metropolita di Taranto, monsignore Filippo Santoro, non è uomo (e prete) da ronfare mentre intorno a lui la casa brucia, nel pieno spirito della TDL. Un bella veglia collettiva di preghiera è presto detta e fatta. E la cittadinanza, d'antica pietà cristiana (orientale, prima ancora che romana) non farà certo mancare la sua presenza. Quello che un pò colpisce è l'adesione immediata delle sigle confederali alla suddetta veglia. Un mix di cattolicesimo e di sindacalismo, non nuovo nella storia italiana, che in questi giorni sta dando la massima prova di sè nel capoluogo ionico. Anche estetica.
L'arcivescovo di Taranto, Monsignor Santoro
Il ministro Clini, invece, dopo il colpo di coda consistente nella richiesta di rapido riesame dell'ordinanza di sequestro ILVA, sta lentamente richiudendo gli occhietti di fronte ad un mondo che evidentemente non gli piace e che parrebbe molto diverso da come se lo rappresenta. Dico ciò non tanto perchè solo dal ministro apprendiamo che c'è una furiosa concorrenza tra gli acciai italiani e quelli francesi e tedeschi, che già anni fa improntarono la loro rotta sulla qualità, a differenza nostra - vedi nel post precedente.
Ma soprattutto perchè secondo Reuters, sostiene  che:
"Il Protocollo per lo sviluppo sostenibile di Taranto... prevede investimenti per 366 milioni finalizzati alla bonifica e alla riqualificazione ambientale di aree esterne agli impianti industriali", ha detto Clini.
"Non è previsto un solo euro a favore di Ilva, perché sono a carico di Ilva gli interventi che l'impresa ha già realizzato (oltre un miliardo di investimenti) e che dovrà realizzare sulla base delle autorizzazioni ambientali e dei piani di bonifica stabiliti dal ministero dell'Ambiente d'intesa con la Regione Puglia".
Quindi la somma indicata, 336 milioni di euro, dovrebbe essere spesa nella bonifica di non meglio specificate "aree esterne agli impianti industriali", mentre lo stabilimento dovrebbe fare da sè, essendo a suo carico gli interventi già realizzati (!) e che dovrà realizzare.

Insomma il dr. Clini ha lasciato aperto il terzo occhio e basta.
la magistratura, in base ad analisi e perizie, ha evidentemente ritenuto assolutamente insufficienti gli interventi da un miliardo di euro, già effettuati;  Nello stabilimento ci sono già tecnici in procinto di procedere con gli spegnimenti controllati, mentre i parchi minerari hanno già concretamente i sigilli; Le reazioni degli operai intervistati a rai 3 (qui in video) sono stati molto tiepidi nei confronti della prospettiva che tutto rimanga alla fine uguale, in un clima evidentemente non più propenso al compromesso assoluto; il comune vota mozioni antinquinamento a prescindere (nonostante l'opposizione dei verdi); la volontà della proprietà, per motivi ampiamente delucidati nel precedente post, non è certo quella di assumere su di sè immensi costi, per ardui ricavi prevedibili (fosse stato il contrario, il problema non sarebbe nemmeno sorto e la proprietà avrebbe fatto da sè); ma per il ministro tutto ciò non ha rilevanza e non mette conto parlarne.
Ma che importa, perchè crucciarci e crucciarlo.
Come diceva Gerardo Scala, "permettetemi un pensiero poetico":


Non è bello ciò ch'è bello
è bello ciò che piace
al ministro piace quello
lasciamo lo dica in pace

 



 

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