lunedì 20 agosto 2012

Ilva: certezza del diritto

Pannella e Bordin

Considerazioni a caldo sulle motivazioni del riesame.


In ossequio alla tradizione delle conversazioni fra Marco Pannella e Massimo Bordin, durante le quali spesso e volentieri i due litigano in diretta, quest'oggi anche io e il mio esimio e stimatissimo collega e coautore, l'abate di Theleme abbiamo avuto la nostra polemicuccia.

E sempre in ossequio a quella tradizione, in questo intervento continuo la polemica, bonaria.

Ma veniamo a noi.

Il passaggio chiave è in questo  commento di un nostro post precedente.

Scrive, l'abate:

la possibilità che l’impianto siderurgico possa funzionare ove siano attuate determinate misure tecniche che abbiano lo scopo di eliminare ogni situazione di pericolo per i lavoratori e per la cittadinanza”
Testuale. Ma se la minaccia incombe e va eliminata ogni situazione di pericolo per continuare legittimamente a fare acciaio, salvo immaginare la bacchetta magica, nel frattempo che si identifica il quando agire ed i tempi necessari e le misure idonee nel concreto... che si fa?
Non si produce. Se sarà possibile fermare la produzione senza spegnimento, immagino che se ne terrà conto. Eccome.
Ma che si vada avanti con le commesse mi pare impossibile.
O no?
"

Forse no.

Infatti, a pagina 118, per fare un esempio, si legge:

"... non è compito del tribunale stabilire se e come occorra intervenire nel ciclo produttivo (coi consequenziali costi di investimento) o, semplicemente, se occorra fermare gli impianti, trattandosi di decisione che dovrà necessariamente essere assunta sulla base delle risoluzioni tecniche dei custodi - amministratori, vagliate dall'A.G.: per questo lo spegnimento dell'impianto rappresenta, allo stato, solo una delle scelte tecniche possibili.

[...]

... in nessuna parte della perizia e, del resto, in nessuna parte del provvedimento del G.I.P. si legge che l'unica strada perseguibile al fine della cessazione delle missioni inquinanti [...] sia quella della chiusura dello stabilimento e della cessazione dell'attività produttiva.

[...]

sia stata individuata in concreto, dai periti nominati dall'autorità giudiziaria, la possibilità che l'impianto siderurgico possa funzionare ove siano attuate determinate misure tecniche..."

Qui il testo dice che la possibilità di ripresa è stata individuata dai periti e l'eventuale arresto degli impianti e pregiudizio della possibilità che riprendano a funzionare  dev'essere decisa da loro.

"Né va taciuto che la possibilità di una futura ripresa a fini produttivi della funzionalità degli impianti, per quanto emerso, potrebbe essere irrimediabilmete compromessa, ove, come disposto dal G.I.P., l'unica scelta operativa lasciata ai custodi fosse individuata nello spegnimento."

Quindi c'è qualcuno che deve "lasciare" ai custodi la scelta dell'arresto, oppure consentire loro altro.


Insomma ai custodi è lasciata anche una scelta possibile diversa dallo spegnimento. E comunque devono essere loro a dire se le condizioni per l'arresto delle operazioni ci saranno o no.

Qui viene una frase mirabolante dei nostri ineffabili magistrati

"Non si tratta certo di operare compromessi fra questi ultimi [libertà di impresa e lavoro] e diritto alla vita, alla salute e alla integrità ambientale, assolutamente preminenti, quanto piuttosto di individuare quelle soluzioni che, nel giungere alla cessazione delle emissioni inquinanti, consentano di pregiudicare il meno possibile gli ulteriori interessi in gioco."

Dunque il diritto alla vita e alla salute sono assolutamente preminenti rispetto agli altri, che pure devono essere pregiudicati il meno possibile.

A me sembra che la chiarezza salutata dall'abate non sia stata fatta. Anzi. Ma continuiamo:

"s'impone la modifica del dispositivo del decreto impugnato [quello originario di sequestro] nella parte in cui dispone che i custodi - amministratori avviino immediatamente le procedure [...] per il blocco delle specifiche lavorazioni e lo spegnimento degli impianti, reputando necessario che i tecnici nominati [...] possano invece compiutamente valutare e -nel caso- adottare, fra tutte le possibili scelte operative quelle cocretamente idonee [...] a consentire, in ipotesi, la ripresa della operatività dei predetti [impianti]"

La proprietà con l'aiuto del governo potrebbero collaborare coi gestori (gli impianti sono complicati) e realizzare condizioni tecniche di ristabilimento della praticabilita.

Anche se abbiamo già pubblicato l'immagine dei parchi minerali della Hyundai e quelli di Ilva.

Sono estesi per chilometri quadrati. Posso essere coperti senza fermare il lavoro ?

Se si, in quanto tempo ? Con quanto denaro ?

E l'agglomerazione ? E le altre fasi problematiche del processo ?

A occhio e croce sembra che ristabilire la sicurezza senza arrestare il ciclo non sia possibile. Eppure il riesame proprio in questo, specificamente, modifica l'ordinanza di sequestro. Sembra in effetti che i custodi avranno un bel da fare.

L'arresto degli impianti richiede tempo e le esigenze tecniche dovranno essere individuate, studiate e nel frattempo governo e proprietà si muoveranno, presumibilmente.

La cosa dovrà essere seguita da vicino e per un bel po' di tempo

4 commenti:

  1. Ma in effetti non mi attendevo altro che pilatesche espressioni da un riesame che già in prima battuta aveva dato a chiunque l'idea che la propria soluzione fosse quella giusta.
    E la cosa si sta in parte ripetendo.
    Però, una volta stabilita la preminenza della salute sul lavoro, una volta deciso che la minaccia è attuale, non resta che fermare la minaccia. Poichè essa dipende dalle emissioni del normale ciclo produttivo il normale ciclo produttivo non potrà continuare.
    Come esso debba esser reso diverso, se sia possibile non spegnere gli altiforni e smettere di inquinare, se sia possibile continuare a produrre senza arrecare danno alcuno... beh che lo dicano pure i custodi... ma che volete che dicano se ogni modifica sostanziale richiede tanto tempo, tanto danaro e soluzioni studiate?
    E nemmeno sul danaro abbiamo certezze, visto che la proprietà se avesse voluto avrebbe provveduto prima e certo oggi men che meno vorrà, avendo i vertici agli arresti ed il sistema Archinà finito e la FIAT in chiusura?
    E per tornare ai testi:

    "La vita e la salute delle persone fisiche è bene primario tutelato dalla Costituzione senza alcun compromesso di tipo sociale ed economico in grado di farlo arretrare, essendo invece emerso che le sostanze nocive originate dall'Ilva costituiscono un pericolo per la popolazione delle aree urbane circostanti lo stabilimento e, addirittura, che tali sostanze hanno già cagionato sulla popolazione effetti di malattia e morte come evidenziati dai periti"
    Altresì :
    "la situazione di grave e attualissima emergenza ambientale e sanitaria imponga l'immediata adozione del sequestro preventivo, senza facoltà d'uso, delle aree e degli impianti sopra indicati, funzionale alla interruzione delle attività inquinanti'' e che solo l'eliminazione dello stato di pericolo attraverso le misure tecniche necessarie individuate dai periti chimici, oltre a un efficace sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni più inquinanti ''potrebbe legittimare l'autorizzazione, previa attenta ed approfondita valutazione da parte di tecnici nominati dall'autorità giudiziaria, dell'efficacia, sotto il profilo ambientale, delle misure eventualmente adottate, ad una ripresa della operatività dei predetti impianti".
    Ripeto "una ripresa della operatività..." che ha bisogno di una interruzione per poter ripendere... che c'è da dire più? Certezza nessuna, ma per non cessare con la produzione nemmeno per un periodo ci vorrebbe un miracolo che non ci può essere. E tutti sappiamo che se si spegne per un pò si spegne per sempre.
    Pertanto, salvo incresciosissime simulazioni da parte di decine di operatori diversi, che rischierebbero di loro e molto, io non vedo come tutto possa continuare come prima.
    La mia certezza è alfine questa.

    RispondiElimina
  2. Vabbé, mi accontento del riconoscimento che il testo è pilatesco.

    Il mio timore rimane

    RispondiElimina
  3. Dopo aver lungamente letto e meditato, sono giunta a una granitica conclusione. Sono molto contenta di non essere una custode dell'impianto perchè altrimenti, qualsiasi cosa io facessi, sarebbe contemporaneamente fatta bene e fatta male.

    A parte questo, il resto del testo è chiarissimo, e lo dico senza sarcasmo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Gentile Maria,

      siamo reduci da conversazioni interessanti (e notturne) con un noto e poliedrico ingegnere, che ebbe a che fare sia con ITALSIDER che con ILVA (ma anche FIAT etc.). Persona della quale ho stima e che tende naturalmente all'obiettività.
      Riporteremo quel pò di tecnico che abbiamo appreso e compreso in modo da fornire un minimo di guideline a tutti.
      Grazie dell'attenzione.

      Elimina

Nei commenti vogliamo argomenti. Non augurate la morte a nessuno, non inveite, state sul punto. Commenti che esprimono rabbia o grave disagio non saranno pubblicati