lunedì 20 agosto 2012

Fine della fusione dell'acciaio made in Taranto: le motivazioni del riesame

il dr. Franco Sebastio

Ancora qualche dubbio, ma soprattutto una certezza. Finalmente.

Corporeus corpora in questi giorni ha ascoltato rumors di indagini a carico di funzionari ARPA e dell'ASL di Taranto, per un numero che supererebbe la decina.
Senza voler fare di tutta l'erba un fascio, la storia locale di connivenze con la grande industria, che abbiamo cercato di raccontare nei tanti post precedenti, è molto lunga e non ci stupisce nessuna delle notizie attuali.
Come i nostri lettori sapranno, non ci meraviglia che il sostituto procuratore Sebastio rivendichi, del tutto legittimamente, l'indipendenza del giudizio rispetto alle esigenze politiche e sociali: non esiste in effetti alcuna concertazione possibile, se si giunge nelle aule del tribunali. Si patteggia, al limite, solo con l'imputato. 
Le evanescenti parole dei ministri, giunti a Taranto il 17, potevano rassicurare solo la stampa equivicina, caratteristica di un paese che finanzia largamente, con soldi pubblici, i suoi media. Sottratti quasi integralmente al mercato, ma alla mercè della politica.
Ancor meno ci stupisce che un decreto "blindato", come quello della dottoressa Todisco, che abbiamo avuto modo di consultare e poi di pubblicare in larga parte, sia confermato oggi dal riesame anche nell'"intepretazione" fornita dallo stesso G.i.p. , rivolta a fugare l'evidente ambiguità testuale del dispositivo. L'avevamo previsto: il sequestro non prevede alcuna possibilità d'uso, poichè le minacce alla salute ed alla vita, in base a rilevazioni ed indagini di polizia giudiziaria nonchè ai referti di ingegneri e medici, sembrerebbero ben attuali ed incompatibili con la prosecuzione della produzione. 
Solo demolendo la costruzione dell'accusa e le motivazioni del G.i.p. la vicenda avrebbe potuto prendere altra piega. Si applicano quindi le misure cautelari, nell'attesa del dibattimento.

In attesa di possedere il testo integrale delle motivazioni, da cui parrebbe emergere anche il dolo della proprietà, leggiamo in alcuni siti che si
lascia ai custodi giudiziari la scelta di spegnere o meno gli impianti con l'obiettivo di raggiungere più celermente possibile il risanamento ambientale e l'interruzione delle attività inquinanti
Diciamo che si fatica a comprendere quale scelta possibile vi sia, per i custodi, al di là del non proseguire con la produzione, stante la non concessione per uso produttivo: riterrei che lo spegnimento delle aree a caldo sia conclusione inevitabile. E poco discrezionale. 
Considerato l'atteggiamento passato del tribunale del riesame, forse potrebbe persino esserci qualche appoggio testuale. Ma non credo se ne possa in ogni caso cavar molto. Il non uso è il non uso. 
Come si debba poi procedere praticamente allo spegnimento degli altoforni o se sia indispensabile procedervi quando si interrompe la produzione, questa è la materia specifica dell'attività dei custodi.
Ma che altro acciaio si possa fondere, al di là dei tempi tecnici, è ormai escluso.
Per inciso, nel frattempo Pomigliano chiude, per carenza di ordinazioni. E la Fiat era il principale cliente di ILVA. Non a caso della crisi dell'acciaio quale fondamento delle difficoltà attuali ci eravamo occupati più volte, anche di recentissimo.

Corporeus corpora si rende ben conto di quali implicazioni economiche e sociali ha una decisione di tal portata. 
La gioia di vedere finalmente rispettata la salute e la salubrità è purtroppo mitigata dall'assenza di qualsivoglia piano di riassorbimento del personale ILVA nonchè dell'indotto. 
In una città che già soffre di miseria endemica questo significa anni di inferno.

Noi riconosciamo nella politica, in specie quella locale, prima cinghia di trasmissione delle esigenze di una comunità, e nei suoi schiavi all'interno degli enti, l'immensa colpa, ed anche il dolo, di non aver immaginato un futuro diverso, di aver sottovalutato i cambiamenti epocali in corso, di esser sempre stata acquiescente. In cambio di un pugno di voti. Di aver, in sostanza, mangiato pane (e quanto!) ad ufo, poichè queste sono le ragioni dell'esistenza di una classe politica.  
Avremmo fatto meglio senza, in anarchia: auguriamo quindi loro il peggio possibile. 
Ed il meglio, invece, ai lavoratori ricattati da secoli di miseria ed ignoranza.


7 commenti:

  1. Possiamo aprire al primo piccolo colpo di scena della storia di Corporeus Corpora, caro abate ?

    Stavolta dissento. Ebbene no, non siamo daccordo.

    Questo riesame non prescrive lo spegnimento. La decisione la lascia ai tecnici.

    Lo so, altri tecnici si erano già espressi ed è improbabile che questi sconfessino quelli, ma non impossibile.

    Per quanto remota, la possibilità che i tecnici ravvisino il modo di rimuovere il rischio e ristabilire la sicurezza senza lo spegnimento, esiste.

    E siccome il testo esplicitamente si astiene dal merito della questione tecnica mi pare una intemperanza che vi entriamo noi di Corporeus Corpora.

    A che tu non veda come questa possibilità possa esistere, concorre probabilmente il fatto che tecnico non sei. Abate, sei.

    Non mi farei illusioni: la questione è ancora aperta. Che altro acciaio si possa fondere non è escluso affatto. E' solo sempre più improbabile.

    Citi una frase che dice :

    "lascia ai custodi giudiziari la scelta di spegnere o meno gli impianti"

    e poche righe dopo correggi il mandato di tecnici e lo circoscrivi al "come" fermare la produzione ?

    Abbiamo forse anche noi qualche problemuccio ad attenerci ai testi scritti ?

    Coraggio: abbiamo atteso 30 anni, possiamo attendere qualche altro mese conservando l'integrità della nostra fedeltà ai testi.

    Non eravamo, noi, quelli del libro e del testo scritto ?

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    1. Ho risposto sotto... se nel frattempo vuoi dare un'occhiata all'ultimo post, che ci riserva anche qualche piccola soddisfazione, credo, traendone qualche considerazione, sarebbe cosa gradita ;)

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    2. “la possibilità che l’impianto siderurgico possa funzionare ove siano attuate determinate misure tecniche che abbiano lo scopo di eliminare ogni situazione di pericolo per i lavoratori e per la cittadinanza”
      Testuale. Ma se la minaccia incombe e va eliminata ogni situazione di pericolo per continuare legittimamente a fare acciaio, salvo immaginare la bacchetta magica, nel frattempo che si identifica il quando agire ed i tempi necessari e le misure idonee nel concreto... che si fa?
      Non si produce. Se sarà possibile fermare la produzione senza spegnimento, immagino che se ne terrà conto. Eccome.
      Ma che si vada avanti con le commesse mi pare impossibile.
      O no?

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  2. Come si possa arrestare una produzione (e questo è certo, in quanto non vi è uso per tal fine) senza spegnere è cosa che vorrei sapere. E lasceremo che i tecnici decidano, come ho detto.
    La certezza è che prodotto non può uscirne più. Lo dicono i testi.
    Ed in realtà io sarei in attesa di sapere cosa sia tecnicamente possibile da una persona, diciamo, parte in causa. Che la momento ha le sue gatte da pelare.
    Nel frattempo restiamo nel dubbio, ma acciaio zero.

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    1. "Non vi è uso per tal fine" ma non tout court.

      Non vi è uso per tal fine a condizione che... venga ristabilita la sicurezza.

      Se i tecnici dicono che la sicurezza è ristabilita anche se la produzione non si è fermata, la ragione del sequestro viene meno.

      Il mandato non a fermare la produzione.

      Che al ristabilimento della sicurezza sia necessario l'arresto della produzione il testo lo demanda esplicitamente ai tecnici e questa è la principale modifica che il riesame ha apportato alla prima ordinanza.

      A meno che non stiamo guardando testi diversi.

      Sei in grado di produrre una citazione ?

      Nel frattempo mi ritengo soddisfatto dal lasciare agli atti che questa "certezza" di "acciaio zero" secondo me nasce dalla tua comprensibile intemperanza.

      Il che non toglie, naturalmente, che rimane probabile che i tecnici il modo per ristabilire la sicurezza senza fermare la produzione non lo trovino.

      E naturalmente e quello che mi auguro. Perché le condizioni di pericolo sono state individuate sulla base di valutazioni molto conservative.

      Ma per me l'aderenza al testo rimane più importante della chiusura.

      Questa è una mia debolezza, come sai...

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  3. La bacchetta magica che potrebbe eliminare la minaccia incombente potrebbe essere il governo con qualche intervento all'uopo.

    Magari non si limiteranno alla revisione dell'AIA.

    E' un corridoio stretto, riconosco.

    Vedremo

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    1. E poi, come abbiamo scritto ambedue, alla fine ho dei seri dubbi che tutta questa attività di "ambientalizzazione" possa farsi anche per il semplice motivo che non se ne vede, almeno nel breve termine, la ragione economica:

      http://www.corriere.it/economia/12_agosto_21/siemens-crisi-lincenzia_db9eb21c-eb79-11e1-86c1-4eb4011ad571.shtml

      E parliamo della locomotiva tedesca. Che evidentemente sa quando rallentare. E infatti rallenta, quasi frena, nel settore.

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