lunedì 30 luglio 2012

Ultim'ora, Taranto: il consiglio comunale approva a sorpresa una mozione significativa

Durante la lunga e sterile discussione sull'ILVA, in consiglio ci scappa la mozione insperata - dal corrispondente in loco

h.15, Taranto: fumoso consiglio dibatte sulle sorti dello stabilimento (sindaco in piedi)

Ordine del giorno: un unico punto, stilare il documento unitario cittadino riguardo alla difficilissima questione ambientale, industriale e giudiziaria in corso. Iniziato alle ore 11.30 del mattino, il dibattito è in corso tutt'ora.
Le posizioni in campo sono assai diverse e con fatica il sindaco Ippazio Stefano, di recente agli onori delle cronache per la sua confidenza con le armi da fuoco, prova a guidare il suo consiglio (con tanto di giunta neonominata) verso un pezzo di carta che proponga la ricerca di un punto di incontro tra esigenze imprescindibili di vita e salute e le necessità dell'impresa e del lavoro. 
Ovviamente trattasi di mera petizione di principio: per parafrasare il primo cittadino, che durante la seduta ha parlato di "necessità di intervento chirurgico solo quando le cure farmacologiche son state tutte esperite e non nè tempo nè modo di fare diversamente", è opinione soprattutto sua che tali cure non si siano già tentate o che vi sia il tempo per vedere come andranno i prossimi tentativi.
h.15, Taranto: striscione sul municipio
Mentre il danno che la magistratura sinora acclara, dopo abbondanti indagini e perizie, è un danno immediato e certo. Forse è il tempo del doloroso "intervento": la piaga, infatti, restando nelle metafore mediche, s'è già fatta abbastanza verminosa da non potersi temporeggiare ancora. Ma non è questo il punto: Il documento verrà votato, approvato e presentato.
Lo valuteremo allora, anche se non credo, in base a quel che mi è stato comunicato, che vi sarà molto altro da dire rispetto a ciò che troneggiava sullo striscione del municipio (in foto). A parte qualche richiesta milionaria rivolta genericamente allo Stato.
Più interessante è che, durante le more della discussione, irrompe improvvisa una mozione ben pensata, ad opera del consigliere D'Eri. Essa è sdoppiata in due punti, che verranno infatti votati distintamente per richiesta dell'assemblea: 
  • L'affermazione perentoria che in caso di rinvio a giudizio nel processo ILVA il comune di Taranto si costituirà senz'altro parte civile.
  • La dichiarazione di intenti che ogni altra nuova attività subentri nel territorio sia considerata prima di tutto per l'impatto ambientale. E che si ricerchino soluzioni alternative alla grande industria o ad un surrogato di essa.
h.15, Taranto: stabilimento senza fumi

Sorprendentemente i due eletti nelle file ambientaliste, nemmeno 3 mesi fa, Bonelli e Laruccia, votano contrari alla seconda mozione: Bonelli spiega che vorrebbe apertamente i nomi delle aziende che potenzialmente sono più prossime, perchè già sul territorio, a candidarsi come incrementatrici di inquinamento (l'Eni, per intenderci, con la vicenda Tempa Rossa). In caso contrario voterà contro. Come in effetti poi avverrà: gettando via il bambino con l'acqua sporca. Perchè mi pare evidente che il significato di una tale dichiarazione non è trascurabile: sia gli allargamenti di industrie esistenti sia l'introduzione di altre realtà industriali saranno "pregiudicate" in base all'impatto ambientale prevedibile. Taranto cioè potrebbe aver imparato la lezione del cinquantennio ILVA: la monocultura dell'industria pesante ha un costo elevatissimo. 
Non mi pare il caso, dopo aver correttamente fatto notare che si poteva esser più espliciti, di rifiutare in blocco tale importante novità. 
Lo stesso Stefàno si dichiara più che d'accordo, esplicitando come le immissioni inquinanti debbano sottostare ad una soglia complessiva e non singola. Se essa è 1, la somma degli agenti inquinanti dovrà essere inferiore all'unità. Sul territorio nulla potrà aggiungersi che possa far superare quel valore complessivo.
Il consigliere D'Eri
Al consigliere D'Eri, IDV, vengono chieste precisazioni, che in qualche modo fornisce... La votazione è tiepida, tutt'altro che all'unanimità. Anche il blocco AT6 non è convinto e non sostiene. Interviene il consigliere Scasciamacchia, SDS (lista locale di sinistra), addirittura domandando al collega di ritirare la proposta perchè inutile: niente di fatto. 
Ore 15 circa: si vota una prima volta. C'è confusione, indecisione, il presidente Bitetti non riesce a contare con precisione. Si rivota. 23 a favore. 
 La mozione D'Eri, pensata e presentata nel caos e sulla spinta dell'emergenza, viene approvata. Vedremo in che modo verrà trascritta, ma non è comunque cosa da poco: si inizia a riscrivere, quasi inconsciamente, la storia del prossimo futuro di questa città bella e dannata. E sfigata.

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