martedì 31 luglio 2012

La borsa o la vita

Molecola della diossina
E' una questione di vita o di morte. Come sempre (secondo l'insegnamento di Luigi De marchi che prima o poi approfondiremo).

Alcuni nostri interlocutori sono affezionati all'argomento dell'indisponibilità della vita.

Noi contestiamo che quella affezione sia maggioritaria. O che la si debba stabilire per legge.

In un candido articolo del Secolo XIX, si riferisce del disagio dei magistrati tarantini rispetto alle pressioni sfacciate a cui, in questi giorni, sono sottoposti.



La procura presenta il fatto che un dirigente Ilva avrebbe prelevato denaro destinato alla beneficenza dalle casse dell'azienda e che la notte stessa avrebbe incontrato un funzionario del tribunale in una stazione di servizio, al quale avrebbe passato una busta.

Anche i reportage dal reparto di ematologia sono raccapriccianti. Emerge che diossina e pcb danneggiano i cromosomi per cui ad ammalarsi sono i discendenti degli operai Ilva; figli e nipoti.

A fronte di cotanti fatti, il governo auspica il dissequestro e non spende una parola che sia una su ambiente e salute.

Con solidarietà da destra e da sinistra, dal governatore Vendola a Federacciai ai sindacati.

Riporta, compunto, il nostro articolo :

Spiega un magistrato del pool che «c’è un equivoco di fondo, e cioè che il diritto al lavoro sia uguale al diritto alla vita. Sbagliato. Tutti i diritti sono moderatamente comprimibili tranne quello, sostiene la Costituzione. Altrimenti si arriverebbe a una contrattazione folle: mille posti di lavoro, due morti all’anno. Diecimila posti, venti morti. Inaccettabile». Non tutti la pensano così.

Ricordo l'aneddoto di una signora su un autobus a Taranto che lamentava che gli ambientalisti avrebbero fatto perdere il alvoro al marito.

Interrogata su diossina e tumori, fatalistica diceva: "di una morte dobbiamo morire".

Ecco

C'è chi la vita la offre, in cambio della borsa. La usa come chip nella trattativa.

Non sono neanche pochi. E il mondo politico semplicemente riflette questa realtà.

Il magistrato fa riferimento al testo scritto; ma quello, in questo paese, lo abbiamo abbandonato da tempo.

La costituzione di fatto con cui ci confrontiamo oggi è quella per cui la vita la si offre eccome; e la si accetta in pagamento.

Sarà perché rinunciammo al testo scritto. O perché non abbiamo il reddito minimo di cittadinanza. Non lo sappiamo. Forse un po' entrambe le cose.

Ammettiamo il nostro orrore, rispetto a questa disponibilità.

Ma diversamente dai nostri amici affezionati alla sensibilità sociale, marxisti o cattolici o entrambi, noi siamo affezionati alla adesione al testo, alla vita del diritto.

Perché sia effettivo il diritto alla vita, deve essere effettiva la vita del diritto.

E richiamiamo l'attenzione dei nostri amici cattolici sulla nostra indicazione di metodo per la tutela effettiva del diritto alla vita. Rimpiangiamo anche un po, forse, che non abbiano invocato l'indisponibilità della vita a proposito dell'Ilva, quando sarebbe stato utile.

In questo filmato del Corriere, un lavoratore dice: la salute ? Ma ce lo avete chiesto negli ultimi 30 anni ? Siamo già morti. Ora vogliamo il lavoro.Altro che indisponibilità.



Oggi siamo coi magistrati, che diversamente da noi, sembrano sorpresi dal fatto che la costituzione materiale e quella scritta sembrino così lontane.

No, non imporremmo la vita a chi la scambia volentieri con la borsa.

Però rivendichiamo la lettera della legge e rivendichiamo il processo a tutela di quella.

Noi siamo quelli della Pìetas e del libro.

Se la vostra costituzione è un'altra, abbiate la compiacenza di dircelo chiaramente.

2 commenti:

  1. Condivido pienamente ciò che hai scritto.
    Ti invito a leggere anche questo articolo pubblicato sul Manifesto:

    "...una città intera che, per decenni, è stata sacrificata quotidianamente sull'altare di un modello industriale aberrante, imposto al prezzo di una ricchezza senza passato e senza futuro perché viene dal nulla ed ha progressivamente tagliato le radici profonde di tutto ciò che viveva prima.

    L'Ilva è Taranto, ma non è stato sempre così: la leggenda dice che il santo patrono della città, San Cataldo, venuto dell'estremo nord, abbia gettato il suo anello nel Mare piccolo e che da esso siano scaturite quelle polle di acque dolce che hanno permesso di coltivare i mitili tanto famosi...adesso quarant'anni di scarichi velenosi hanno desertificato quel mare interno, spingendo le coltivazioni a spostarsi progressivamente, per salvare una tradizione secolare...

    ... la vertenza Ilva è non solo di carattere nazionale ma europeo..."

    http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/8184/

    RispondiElimina
  2. Questo post e` del 31 luglio.

    Oggi, fine novembre, si annuncia il piano delle piu´ alte sfere del governo: sospendere la procedura penale ordinaria per decreto, rimuovere il sequestro preventivo e la nomina dei custodi giudiziari.

    Io lo sapevo che la nostra costituzione di fatto e quella scritta erano diverse. Nel post chiedevo che si avesse la compiacenza di dirlo, che la "nostra" costituzione era un´altra.

    Oggi la conferma e` drammatica e lampante.

    Pero´ non me la sento di buttarla addosso ai politici da soli.

    L´insensibilita´ all´argomento del diritto e del testo scritto in questo paese e` generalizzata.

    Oggi alcuni operai si rendono conto di quanto fosse poco conveniente il compromesso a cui sono scesi, come classe, storicamente.

    Ma ci hanno messo trenta anni e chissa´ quanti morti.

    Finche hanno ritenuto che fosse conveniente, hanno taciuto.

    I politici e i padroni questa cosa non l´hanno fatta da soli. Non raccontiamoci balle.

    Gli operai oggi pagano il prezzo piu´ alto ma questo non li rende innocenti.

    Oggi i politici se non altro si prendono la responsabilita´ di gettare la maschera e sospendere, anche formalmente, il regime dei diritti a cui di fatto non abbiamo aderito per anni.

    La sospensione della legge ordinaria oggi e` il frutto della saldatura fra aristocrazia sindacale e industriale, affasciate nello stesso fascio, con strutture parastatali enormi che hanno comprato fiumi di consenso a prezzi unitari imbarazzanti. Per decenni.

    Oggi ad essere limpidi sono i politi, cari miei

    Oggi raccogliamo i frutti del vostro sostanzialismo, rispetto al diritto, del compromesso operaista, solidarista, comunista e cattolico ma sempre parastatale, fondato sulla mediocrita´ di tutti e di ognuno.

    Franza o Spagna purche´ se magna, il diritto e` buono per gli inglesi o per i borghesi.

    Bravi. Tutti.

    Quanta amarezza.

    RispondiElimina

Nei commenti vogliamo argomenti. Non augurate la morte a nessuno, non inveite, state sul punto. Commenti che esprimono rabbia o grave disagio non saranno pubblicati