martedì 31 luglio 2012

Dopo Berlino, cadrà anche il muro di Taranto?? Dati, indiscrezioni e previsioni sull'ILVA


Agenti cercano ombra nel maltenuto centro di Taranto
Le sorti dell'acciaieria, oggetto di dibattito nazionale e locale, sono soggette ad un'infinità di variabili.
Postazione Sky sul lungomare cittadino, in attesa degli eventi
Dal punto di vista privilegiato di cui Corporeus corpora dispone possiamo provare a fare un punto della situazione, riportando opinioni e pareri confidenziali di cittadini, dipendenti, esperti ed esponenti istituzionali. Vi mostriamo subito alcune immagini che documentano randomicamente le condizioni della città di Taranto, già duramente provata in ogni suo comparto, che trattiene il respiro in attesa del giudizio del tribunale del riesame, previsto per il 3 di Agosto. 
Il comune di Taranto, da anni in dissesto a causa di scellerate scelte amministrative ultradecennali, vive essenzialmente di monocultura dell'acciaio.  Oltre all'ILVA le realtà di maggior peso restano L'ENI, con la sua raffineria iperinquinante, la Cementir, la Marina militare con innumerevoli basi in ogni dove, l'arsenale ormai in decozione, dopo decenni di malcostume assistenzialista che ha depauperato competenze secolari. Il porto commerciale, che sinora non ha mai decollato ma oggetto attuale di nuovi e vasti investimenti statali. Il call center "Teleperformance", oggetto e soggetto di infiniti tormentoni giuslavoristici. 
Infine le ditte di costruzioni, che hanno costellato la città di palazzine popolari e non, a fronte di un invenduto ed inlocato che fa rabbrividire. 
Tutte insieme non raggiungono nemmeno la metà della forza lavoro impiegata nell'ILVA (che ai tempi dell'Italsider era molto più consistente, persino) e nel suo indotto.
Mappa Sin delle zone a grande rischio ambientale
La questione, giunta nelle mani della magistratura, questa volta corredata da documenti scientifici che attestano quello che in città chiunque sa, per averlo vissuto sulla pelle, ovvero che i numerosissimi casi di malattie respiratorie e neoplasiche trovano una concausa importantissima nell'inquinamento industriale (SIN-Sentieri - chi volesse l'intero documento scrivesse a corporeuscorpora@gmail.com), ha preso una china che non consente soluzioni di comodo. Diossina, benzo(a)pirene, polveri sottili sono state riscontrate e documentate quali pericolosissime per la salute umana. Riscontrate ormai nel pieno del ciclo alimentare locale.
Il tribunale del riesame non potrà cancellare con la spugna queste risultanze. Nè si potrà impedire un rinvio a giudizio, almeno per il cospicuo pregresso. Nè irrilevanti possono essere le indagini della guardia di finanza che hanno riscontrato meccanismi di corruttela generati, sembrerebbe, in seno alla stessa azienda.
Il garantismo è l'essenza del diritto...ma pensare che su queste basi non si giunga a dibattimento è pura follia. O desiderio di sovversione dell'intero ordine costituzionale.
Ritenere che una minaccia attiva, costante, comprovata (almeno nell'opinione del giudice naturale a cui siamo tenuti per legge a dare crisma di verità, per lo meno processuale) possa essere ancora una volta sottovalutata in favore esclusivo dell'occupazione è essenzialmente anticostituzionale. 
Il diritto al lavoro, anch'esso di rilevanza costituzionale (sebbene, per tutta evidenza, non azionabile nudo e crudo in tribunale), non può essere garantito a scapito del diritto alla vita dignitosa di un'intera comunità.
Ma questa è, per così dire, letteratura. C'è anche da dare a Cesare quel che è di Cesare. Diamoglielo - per chi volesse saltare le cospicue argomentazioni, un sunto conclusivo che le riassume è alla fine del testo:

Cifre impressionanti già nel 2006
Non tutti i magistrati sono uguali: come nessuno, del resto
Bandiera italiana, turca e vaticana durante i sacri Misteri
  • Lo stabilimento Ilva, come ampiamente sottolineato su Corporeus corpora, è nato nel 1964. Grandi sforzi son stati compiuti per mantenerlo competitivo. Ma ha quasi 50 anni.
  • L'acciaio, che per decenni fu qui prodotto, aveva come mercato interno le grandi aziende nazionali (Fiat fra tutte), come mercato esterno i paesi sviluppati ed in via di sviluppo che ne necessitavano. I costi dell'acciaio made in Taranto non sono però mai stati bassi.
  • La ricerca sui materiali, a detta di dipendenti e dirigenze, si è arrestata con l'arrivo della gestione Riva. Che cercava lucri immediati e non futuri. Allo stesso modo le condizioni della fabbrica e dell'intera provincia non sono migliorate negli anni. Un alto tasso di emigrazione ha fatto si che le maestranze non abbiano lo stesso livello di quelle che furono formate venti anni fa (e che pure approfittarono largamente della mani buche dello stato). Il prodotto semilavorato venduto da ILVA, pertanto, non è più allo stato dell'arte. In controtendenza netta con le altre scelte del mondo avanzato.
  • Altri paesi emergenti, Cina, Russia, Brasile, India, producono da sè e sono prossimi al livello qualitativo ILVA. Hanno spesso la materia prima vicina, così come i loro mercati, in via di sviluppo. Inutile dire quanto pericolosa sia una simile concorrenza, anche in esportazione. Già dal 2006, come vedete in tabella (CINA + 60%).
  • Le industrie italiane, europee e mondiali sono in forte calo di ordinativi da quasi due anni. Il calo oggi colpisce anche le esportazioni dei Brics. La Fiat ha addirittura cambiato asse, spostandosi in America. Le dichiarazioni di Squinzi sull'indispensabilità dell'acciaio nostrano paiono invero sospette.
  • I programmi di sviluppo e previsioni vendite per colossi quali ILVA sono di medio e lungo periodo. Come dimostra la storia dell'acciaieria che ho già linkato in altro post. Sostenere che i bilanci siano a tutt'oggi in positivo, anche largo, non significa affatto che lo siano nei prossimi anni: la proprietà di ciò è certamente conscia. Aggiungo un dato importante e puntuale, pubblicato oggi dal "Trilione" di Pietro Saccò, che a sua volta lo ricava dal Financial Times: "Le semestrali delle aziende cinesi hanno mostrato cali pesanti. L'80% dei produttori d'acciaio hanno avvertito che i loro risultati saranno inferiori alle previsioni. I ricavi dei colossi statali sono in calo dell'11,6%, quelli del settore industriale privato del 2,2%.". Coordinatelo con la tabella pubblicata sopra: capirete che il problema dell'acciaio esiste ed è attualissimo.
  • Le migliorie che si richiedono per ridurre sostanzialmente l'impatto ambientale nocivo sono di immensa portata e si calcolano in miliardi di euro. A detta di importanti esponenti tecnici ILVA anche in tempi non sospetti (fonti di Corporeus corporoa) si tratta, causa anche obsolescenza, di mettere mano a quasi tutto l'enorme stabilimento. Se le previsioni di mercato non dovessero essere brillanti, come tutto quel che ho scritto farebbe presumere, i costi non sarebbero mai e poi mai ripagati negli anni di efficienza rimasti allo stabilimento. Difficile che un privato possa assumersi l'onere del proprio suicidio. Del resto, se la cosa fosse conveniente per l'imprenditore, egli accetterebbe senza dubbio i costi, cofinanziati. Non credo proprio lo sia.
  • La crescita della sensibilità ambientale, unita al grande numero di decessi, ha reso molto difficile la prosecuzione delle ipocrisie sul tema salute in città. La magistratura tarantina, improvvisamente, ha affidato ad una donna coraggiosa e inflessibile la delibazione dei risultati delle indagini. A mio giudizio la scelta "giusta" non può esser stata casuale, in condizioni di tale rilevanza. C'erano tempre ben più morbide in tribunale, certamente. La legge è una, ma la fanno concreta gli uomini (e le donne) in carne ed ossa. Bonis pauca.
  • ILVA e la sua sodale Anchor, compagnia marittima operante sul porto di Taranto, sono attualmente oggetto di indagini e se ne sta per disporre in questi mesi, auspicabilmente, il rinvio a giudizio per illecita concorrenza con minacce, praticata in danno di altre agenzie marittime del territorio. Grandi interessi si spostano adesso verso il porto, secondo uno schema che pare già testato in Liguria. Non a caso, ritengo, ospiti d'onore dei riti della settimana santa tarantina sono stati diplomatici dell'ambasciata turca presso la santa sede. Corporeus corpora ha avuto modo di scoprire che questa presenza, suggellata dalle bandiere accoppiate durante la notte dei misteri, aveva anche il compito informale di sondare la disponibilità del porto ionico a relazioni strette con gli eredi dei porfirogeneti. Lo sviluppo commerciale del porto coesiste con grande difficoltà col monopolio di fatto garantito dal traffico ILVA, che da solo è circa il 70% dell'intero tonnellaggio, gestito in esclusiva quasi assoluta da Anchor (fonti confidenziali dagli operatori portuali).
  • L'esistenza di una grande acciaieria in grado di riconvertire la produzione in caso di guerra necessariamente insistente sul territorio UE, adempiuta dallo stabilimento tarantino sino alla metà degli anni '90, non a caso allocato tra fortificazioni, radar e batterie antiaeree, può essere ormai soddisfatta nei paesi del blocco orientale, non più sotto la cortina di ferro e pertanto adatte al compito.
  • Alle elezioni comunali del 2012 i gruppi ambientalisti di Taranto (Alta Marea, Taranto Futura etc.), costituitisi negli ultimi 10 anni, anche grazie all'impegno innegabile di alcune personalità forti, sebbene controverse, decidono di candidare il segretario nazionale dei verdi, Angelo Bonelli. Che accetta lo scontro con Vendola e Stefàno, politici della sua stessa famiglia. Senza una grande campagna, raccoglie più del 10% dei consensi (e appena due consiglieri), non giunge al ballottaggio, sulla scorta del "via le industrie inquinanti, senza compromessi". Nè pianificazione per il futuro. Il tutto con straordinario tempismo rispetto ai fatti odierni. In consiglio comunale poi, appena ieri, preferisce il niente al non poco, a suo dire per rispetto del tutto.
  • Il magistrato Todisco mette ai domiciliari cautelari mezza famiglia Riva, alla quale, toccherebbe in teoria, se condannata, pagare centinaia di milioni di euro per danni e ammodernamenti. Pochi giorni prima dell'ordinanza del tribunale il patron Emilio, certo non un inetto, rimuove il nipote, direttore dello stabilimento, nominando al suo posto l'ex prefetto Ferrante, candidato al comune di Milano con sua lista. L'uomo d'ordine e di politica, nella posizione di un manager industriale. Una scelta singolare, che parrebbe indicare il desiderio di una "ristatalizzazione" del complesso siderurgico, non più lucrativo. Soprattutto a fronte delle spese che si paventano ormai come certe.
  • Il ministro Clini si oppone all'ordinanza del gip Todisco, come fosse ministro dell'industria e non dell'ambiente. Propone in origine, ma non firma, l'erogazione di circa 300 milioni di euro per la messa in regola (200 da Stato, 100 da Regione Puglia). Secondo quanto affermano specialisti, la somma non è congrua affatto allo scopo. Il comune non sarebbe soddisfatto nemmeno della nuova proposta di 336 milioni, articolata così: " Il protocollo d'intesa “per interventi urgenti di bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto” sottoscritto dai ministeri dell'Ambiente, dello Sviluppo economico, della Coesione territoriale, dalla Regione Puglia, da provincia e comune di Taranto, prevede risorse per interventi di riqualificazione ambientale pari ad un importo complessivo di 336 milioni di euro: 329 milioni a carico del pubblico e 7,2 milioni a carico dei privati. Di questi 119 milioni vanno alle bonifiche, 187 milioni per interventi portuali e 30 milioni per il rilancio industriale per investimenti produttivi caratterizzati da un elevato livello tecnologico. Il documento, composto da otto articoli, prevede successivi accordi di programma attuativi, da stipularsi entro 30 giorni dall'effettiva formalizzazione della disponibilità delle risorse. E' prevista una “cabina di regia” presieduta dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e un “Comitato” per assicurare la realizzazione degli interventi e coinvolgere forze sociali ed economiche, proponendo al governo soluzioni operative". (Virgilio go green).  Saremo malpensanti, ma la somma somiglia singolarmente al costo totale della cassa integrazione per i dipendenti dello stabilimento e connessi.
  • Il Papa, come i suoi predecessori molto vicino alle vicende dello stabilimento, di cui all'epoca la DC fu paladina, insieme a statunitensi e appunto Vaticano (voci storiche del territorio sostengono che buona parte dei dipendenti negli anni '60 fu scelta nelle sacrestie di mezzo sud), parla pubblicamente di contemperazione. L'interessamento del pontefice non è cosa di ogni giorno e segna un momento cruciale nella storia dello stabilimento, l'indice più evidente che non vi saranno tarallucci e vino. Accadde per Alitalia e fu Riva a metterci i soldi. Qui chi li metterà per Riva?
  • Se lo stato finanziasse l'ILVA direttamente o ne assumesse l'impresa ci troveremmo in un campo minato: aiuti di stato a quella che è, almeno formalmente, un'impresa privata, vietati dalla comunità europea. Se fossero invece erogati come cassa integrazione o per risarcimento danni, relativo al periodo ITALSIDER, le cose sarebbero diverse. Ma lo Stato non potrà comunque sostituirsi ai privati. Servirebbe un'altra cordata fittizia di imprenditori. Esistono le risorse per portare a termine un simile progetto? 

  • Indiscrezioni cittadine ad alto livello (fonti di Corporeus corpora) danno all'ILVA poche possibilità di prosieguo. Nella stessa direzione la cancellazione dell'incontro tra Ferrante, il procuratore Sebastio a Lecce, presso il procuratore generale Vignola, su cui pure ieri aprivano i principali giornali locali. 

In conclusione, voglio proporre questa sulfurea interpretazione della vicenda, invero molto complessa, conscio che potrebbe eccedere in dietrologia, ma altrettanto conscio che almeno alcune parti della ricostruzione sono plausibili e tutto si fonda su informazioni e ipotesi che, in buona parte, sono state messe a vostra disposizione corredate da fonti. E che, alfine, siamo in democrazia, forse:

La borsa o la vita

Molecola della diossina
E' una questione di vita o di morte. Come sempre (secondo l'insegnamento di Luigi De marchi che prima o poi approfondiremo).

Alcuni nostri interlocutori sono affezionati all'argomento dell'indisponibilità della vita.

Noi contestiamo che quella affezione sia maggioritaria. O che la si debba stabilire per legge.

In un candido articolo del Secolo XIX, si riferisce del disagio dei magistrati tarantini rispetto alle pressioni sfacciate a cui, in questi giorni, sono sottoposti.

lunedì 30 luglio 2012

Ultim'ora, Taranto: il consiglio comunale approva a sorpresa una mozione significativa

Durante la lunga e sterile discussione sull'ILVA, in consiglio ci scappa la mozione insperata - dal corrispondente in loco

h.15, Taranto: fumoso consiglio dibatte sulle sorti dello stabilimento (sindaco in piedi)

Ordine del giorno: un unico punto, stilare il documento unitario cittadino riguardo alla difficilissima questione ambientale, industriale e giudiziaria in corso. Iniziato alle ore 11.30 del mattino, il dibattito è in corso tutt'ora.
Le posizioni in campo sono assai diverse e con fatica il sindaco Ippazio Stefano, di recente agli onori delle cronache per la sua confidenza con le armi da fuoco, prova a guidare il suo consiglio (con tanto di giunta neonominata) verso un pezzo di carta che proponga la ricerca di un punto di incontro tra esigenze imprescindibili di vita e salute e le necessità dell'impresa e del lavoro. 
Ovviamente trattasi di mera petizione di principio: per parafrasare il primo cittadino, che durante la seduta ha parlato di "necessità di intervento chirurgico solo quando le cure farmacologiche son state tutte esperite e non nè tempo nè modo di fare diversamente", è opinione soprattutto sua che tali cure non si siano già tentate o che vi sia il tempo per vedere come andranno i prossimi tentativi.
h.15, Taranto: striscione sul municipio
Mentre il danno che la magistratura sinora acclara, dopo abbondanti indagini e perizie, è un danno immediato e certo. Forse è il tempo del doloroso "intervento": la piaga, infatti, restando nelle metafore mediche, s'è già fatta abbastanza verminosa da non potersi temporeggiare ancora. Ma non è questo il punto: Il documento verrà votato, approvato e presentato.
Lo valuteremo allora, anche se non credo, in base a quel che mi è stato comunicato, che vi sarà molto altro da dire rispetto a ciò che troneggiava sullo striscione del municipio (in foto). A parte qualche richiesta milionaria rivolta genericamente allo Stato.
Più interessante è che, durante le more della discussione, irrompe improvvisa una mozione ben pensata, ad opera del consigliere D'Eri. Essa è sdoppiata in due punti, che verranno infatti votati distintamente per richiesta dell'assemblea: 
  • L'affermazione perentoria che in caso di rinvio a giudizio nel processo ILVA il comune di Taranto si costituirà senz'altro parte civile.
  • La dichiarazione di intenti che ogni altra nuova attività subentri nel territorio sia considerata prima di tutto per l'impatto ambientale. E che si ricerchino soluzioni alternative alla grande industria o ad un surrogato di essa.
h.15, Taranto: stabilimento senza fumi

Dal consiglio comunale di Taranto

Mi chiama lo stimato collega e coautore, l'abate di Theleme, per dirmi che il consiglio comunale di Taranto sta discutendo un documento unitario sulla vicenda Ilva.

Siria: da qui in poi scordiamoci l'ONU

La Libia fa scuola anche a Damasco

Giorni fa speravo di trovare il tempo di approfondire qualche aspetto della questione siriana, dal punto di vista che più mi interessa per le conseguenze immediate e future. In Italia sembriamo interessarci poco a tali cose, con qualche interessante eccezione che suggerirei di consultare (da Bloglobal  al Foglio).
Simbolo del Baath siriano
La Siria è da sempre una nazione di grande rilevanza nella storia del mondo. I primi Vangeli furono scritti tra Aleppo e Antiochia, l'Ismaelismo (e per favore, non crediate che sia storia ammuffita... il nonno dell'attuale Aga Khan ismaelita fu uno degli ideatori della Società delle nazioni, progenitrice dell'ONU, nonchè presidente dell'assemblea generale) ebbe là una delle sue culle più rilevanti, l'impero Ottomano trasse da quei territori una parte importante dei suoi alti funzionari... nazione cristiana, sunnita, ismaelita, sciita, drusa, maronita, esoterica, nazista, alawita.
Il porto di Tartus nella mappa siriana
E poi finanziatrice di Hezbollah, sorellastra del baathismo iracheno, depositaria di parte del'arsenale chimico di Saddam, che li fu spostato. Amica della Russia, che appena 2 giorni fa riaffermava l'intenzione di mantenere la propria base nell'alawita Tartus, anche nell'eventualità di una guerra contro l'Iran. E storica alleata dei Francesi, sobillatrice anti-saudita... chi più ne ha più ne metta, non è facile intervenire in Siria. Persino adesso sono appena sufficienti gli sforzi congiunti turchi, sauditi, qatarioti, americani.
Molto meno agevole che metter mano al pur ingestibile Afghanistan (e relativo Pashtunistan) od alla desertica e riottosa Libia, che troppo si fidava della pochezza italica per contenere gli appetiti generati dalle sue risorse energetiche e dai ricchi appalti, permessi dai proventi petroliferi (Quel che invece manca in Siria ed è l'altra grande concausa del non intervento). Troppi interessi, troppi legami, troppo difficile controllare la Siria: dai tempi dei crociati, che non a caso lì costruirono il "Crac des Chevaliers". ... Ma tutti questi non sono i soli motivi nè i più rilevanti, a mio giudizio, per cui l'intervento internazionale, aereo o peggio se di terra, non è sinora avvenuto sotto egida dell'ONU e non avverrà nemmeno in futuro.
Crac des chevaliers, dell'ordine gerosolimitano
Si badi bene, a parità di condizioni umanitarie con le note vicende libiche, distanti pochi mesi, che invece videro il massiccio intervento NATO-ONU che ricordiamo... e non a caso insisto su questo paese, di recente "liberato" (da sè medesimo):  ho ragione di ritenere che proprio gli accadimenti che fecero seguito alla risoluzione 1973, riguardante la Libia e la protezione dei suoi civili, siano la chiave per poter affermare che l'Organizzazione delle Nazioni Unite ben difficilmente troverà più al suo interno l'accordo indispensabile, fatto di rinunce, compromessi e bilanciamento di interessi contrapposti, giochi e doppiogiochi, che ha consentito in passato una serie di interventi "armati". Sia pure per motivi umanitari o di stabilità d'area.
A mio giudizio, il caso siriano è il primo di una serie di accadimenti che dimostreranno la concretezza di questa inquietante previsione.

venerdì 27 luglio 2012

Speciale: dalla vandea dello statalismo industriale dirigista, poi privatizzato

1964 - Clicca qui - didascalia - per il video

Il Sit in dei dipendenti Ilva a Taranto

 Nelle giornata di ieri migliaia di lavoratori dello stabilimento ILVA di Taranto, ex ITALSIDER - IRI, la cui storia un pò enfatizzata, emendata da molti retropensieri che pur vi furono e da alcune fondamentali considerazioni geopolitiche, potete trovare qui ben descritta, si sono rovesciati per le strade del capoluogo, bloccando il traffico sino ad ora, salvo poche interruzioni. Isolando in breve la città. Una parte cospicua di loro ha manifestato davanti alla prefettura, in un clima di sbalordimento, incertezza ed incredulità che spero le fotografie, di prima mano, sappiano testimoniare. 
In queste circostanze non posso omettere di ricordare un paio di eventi salienti, che legano indissolubilmente la vicenda del gigantesco stabilimento pugliese alla storia maggiore d'Italia: 
  • l'inaugurazione di Italsider, alla presenza di Moro e Colombo, che l'archivio Luce del Senato ci mostra gremita di Stato e parastato, in un trionfalistico videogiornale d'epoca.
  •  la Santa Messa nella notte di Natale dell'evocativo 1968, celebrata da Arcivescovo e Papa presso lo stabilimento industriale, allora di recente costituzione e benedizione.
Papa Paolo VI coll'Arc. Motolese, Notte di Natale 1968, Italsider - Taranto
Trascorsi 50 anni, le risultanze delle indagini della procura di Taranto su atti criminali e di corruttela, unite alle perizie mediche testimonianti un nesso eziologico indiscusso, sommate ai tanti studi nazionali sull'inquinamento locale (che toccherebbe falde acquifere e ciclo alimentare, oltrechè naturalmente l'aria), ci dicono come la miopia degli anni '60, eternata in quei documenti storici e finanche parzialmente contestualizzabile, oggi abbia invece fatto definitivamente il suo tempo.
E con essa l'infornata di dirigismo, sindacalizzazione in malafede, assistenzialismo di Stato, incultura della monocultura, baby pensioni, doppi lavori in nero, appalti pilotati.
Alla luce di quanto sopra detto e linkato, fa davvero inarcare le sopracciglia la tirata della Federacciai-Confindustria, non nuova a manifestazioni di assoluta ipocrisia sull'argomento,  sul sequestro degli impianti siderurgici di Taranto:

giovedì 26 luglio 2012

Taranto, chiusura Ilva: in migliaia per strada, in pochi nei palazzi

Politici ed imprenditori di Stato (Moro, Colombo, Petrilli etc.) inaugurano l'Ilva nel 1964
Da circa mezz'ora l'accesso alla città, direzione BARI e REGGIO CALABRIA, è bloccato dalla protesta (che covava da giorni sotto la cenere) di migliaia di dipendenti della più grande acciaieria d'Europa, lo stabilimento ILVA di Taranto, un tempo appartenuto all'IRI e poi terminato, mediante giochini e giochetti, alla famiglia Riva.
Lavoratori atterriti all'idea di perdere lo stipendio. Forse sono previsti anche arresti, secondo il Sole24ore.  Il dubbio è adesso sciolto, i provvedimenti cautelari toccano Emilio Riva, suo figlio Nicola e altri dirigenti. Corrado Clini, immemore del suo essere ministro dell'ambiente e non dell'industria, assolutamente insoddisfatto di un atto giuridico che salvaguarda, comunque ed in primis, l'ambiente, il territorio, la salute (ovvero gli interessi che egli dovrebbe difendere per antonomasia) dichiara: "Chiederò che il provvedimento di riesame avvenga con la massima urgenza". "Verrà affrontata l'emergenza per almeno 15.000 persone in seguito a iniziative della magistratura che sta procedendo al sequestro e a altre misure cautelari".
Come è possibile tutto questo?
Per decenni l'ILVA è stata responsabile di inquinamento e disastro ambientale, che i tarantini riconoscono non tramite aride rilevanze scientifiche, pure in questi ultimi anni apparse, ma per l'altissimo tasso di neoplasie e malattie respiratorie e per la realissima polvere sottile che ricopre interi quartieri della città, a perfetto ridosso del colosso industriale, capace di occupare una superficie più vasta dell'urbe stessa. Eppure nessuno ha pensato per tempo a che sorte dare allo stabilimento, alle possibili riconversioni, così come nessuno dei presenti sull'auto in foto pensò per tempo a cosa sarebbe stato di persone, campagne, mari, fiumi nel prossimo futuro. Tutto è stato abbandonato all'egoismo dei savonesi Riva, da un parte, ed alle scelte "obbligate"  della magistraura, risvegliatasi di colpo da un pluridecennale sonno al riguardo.
Giusto un'idea di cosa sia ILVA a Taranto - da "il Fatto quotidiano
La tragica scelta di collocare industrie pesanti come ILVA ed ENI in uno dei contesti geografici più incantevoli del mediterraneo, cantato sin nell'antichità dai grandi (Orazio, Virgilio, Properzio...), va ascritta al perverso patto DC-PC, a quel gioco sado-maso padrone-operaio, a quel disequilibrio nord-sud di cui Taranto è la massima espressione, fenomeni che hanno infarcito di sè stessi gli ultimi 50 anni di vita nazionale e che vieppiù ci precipitano al fondo.

Secondo sondaggio, esiti: Berlusconi ridiscende in campo. Perchè...

Oggi è terminato il secondo sondaggio, con una  partecipazione doppia rispetto al precedente. La frase "Berlusconi ridiscende in campo. Perchè..." è stata completata così dai nostri lettori e lettrici: 
  • Al primo posto, col 35% dei consensi, "(perchè) l'Italia corre il rischio di finire in mano ai cattocomunisti, invece che ai clericalfascisti"
  • Al secondo, ex aequo "(perchè) Il burlesque stile Boccassini non lo diverte più come una volta" e " (perchè) Angelino Alfano ormai pretendeva di scegliersi almeno il colore delle mutande", col 23% delle preferenze
  • Al terzo, staccato di poco al 17% , l'ipotesi non infondata che "gli manchi ancora il gesto dell'ombrello di fronte al consiglio di sicurezza dell'ONU", (si intende per ultimare le prodigiose sue gesta trasgressive, dai cucù alle corna in foto)

Nessuno, sorprendentemente, ritiene che il cavaliere abbia ricevuto dal colonnello Gheddafi l'eredità spirituale della Jamaria e magari l'incarico di introdurla in Italia. Eppure un bel baciamano ci fu.

In arrivo il terzo sondaggio, in basso a destra: "Sei una giovane insegnante di scuole medie, precaria a Casal di Principe. Il figlio del boss non fa nulla, fuma in classe, pesta i capaci e ti minaccia. Che fai?"
Fateci sapere la vostra scelta!

Grazie da Corporeus corpora!


lunedì 23 luglio 2012

Chi sono i cristiani di oggi ? Tentata recensione

In questo post chiediamo aiuto ai nostri 25 lettori quotidiani.

Un blog nostro amico ci ha fatto scoprire l'esistenza di un film, scoperta per la quale ai nostri amici va la nostra gratitudine.

Noi questo film lo vorremmo recensire, ma non siamo in grado di entrare in possesso di una copia se non in modo illegale

fotogramma tratto dal film storico "Black field"
Ma noi, qui a Corporeus Corpora, sebbene abbiamo posizioni nette sul diritto d'autore, aborriamo il ricorso a mezzi formalmente non consentiti. Se l'assetto giuridico e la politica criminale (perché di questo si tratta) correnti sono tali per cui la circolazione di materiali interessanti debba essere disincentivata, ebbene noi ci facciamo carico del disincentivo.

Poco importa che potremmo trovare il modo di far pervenire agli autori dell'opera il nostro contributo anche finanziario. Anche le coppie omosessuali trovano il modo di vivere la loro sessualità. Ma la questione è la sanzione della comunità a cui appartengono, di questo loro status di amanti omosessuali.

Il nostro approccio ai proibizionismi è socratico: avvelenateci pure e ricordate di sacrificare un gallo a Esculapio. Bacchettoni.

giovedì 19 luglio 2012

In futuro IV - L'infanzia del nostro scontento...

Varie questioni di assoluta rilevanza si accalcano in questi giorni.
Alcune hanno a che fare col nostro futuro in quanto specie umana, ad esempio l'attentato in Bulgaria ai danni di ebrei israeliani in vacanza. Oppure l'escalation siriana, che non vedrà mai l'intervento dell'ONU, alla maniera libica, per così dire. Proprio a causa di ciò che è accaduto in Libia.
O i nuovi gasdotti sauditi.
Altre con la condizione economica nostra e dei nostri cari, o amici, nei prossimi venti anni, vedasi le dichiarazioni del ministro del tesoro spagnolo, per una volta "aperte".
Qui a Corporeus corpora dovremo affrontare di petto la questione globale, inquietante per chiunque, di un "Internet profondo", che più che profondo è inafferrabile ed inestinguibile, pertanto sottratto ad ogni controllo presente o futuro, non importa quanto denaro, potere, autorità si abbia. Già ricettacolo di qualsiasi esperienza umana.
Ed anche da casa nostra occorre passare, perchè è evidente che poco abbiamo compreso delle (non troppe) differenze tra Nord e Sud (più quel centro che non è nè carne nè pèsce): in troppi ci giocano ormai su. Ma forse abbiam compreso ancor meno come funziona davvero uno stato democratico moderno ed il bilanciamento dei poteri, di cui mimiamo la prossemica ma non possediamo alcuna esperienza, simili alle vignette razzistelle degli uomini di colore con la sveglia al collo... E ci pare che anche le veline di regime su fatti salienti di cronaca, quali gli attentati al direttore di Ansaldo nucleare e l'infame agguato bombarolo alla scuola "Morvillo" di Brindisi, a nostro parere connessi, abbiano davvero ecceduto in insabbiamento.
Prima di tutto ciò, però, un attimo di respiro...
In questa afosa sera d'estate ci piace cullarci con l'infanzia del nostro scontento, per parafrasare il grandissimo Steinbeck...
Nella loro protesta, che sa più di goliardia da balla bolognese che di vicinanza con baffone, nel loro look, foss'anche ideologizzato, strumentalizzato, organico, naive... come ci paiono bravi, belli, lontani e sereni quei tre cantantautori avvinazzati, che molto hanno segnato dell'immaginario e orecchio collettivo. Come ci pare fraterna quell'innocenza, foss'anche un pò tonta, che abbiamo perduto...
Buona visione.


mercoledì 18 luglio 2012

Martelli su "La7": Tra Stato e Mafia pacs o matrimonio concordatario?

 

Ebbene si, lettori. Proprio così. Per esperienza diretta di un ex guardasigilli, Claudio Martelli (nel video a bassa qualità), non è nemmeno preciso parlare di contatti o trattative tra Stato e Mafia. 
Nossignore, nessuna sveltina. 
Tra loro ci furono convivenza e coabitazione di lunga durata. Ci fu del tenero, insomma. 
Don Liborio non è solo vecchi libri...
Quel che gli storici stranieri e nostrani sostengono su fatti e personaggi italiani, a cominciare da Liborio Romano del Regno delle Due Sicilie ai tempi di Garibaldi, passando per il Giolitti di Salvemini fino a Salvo Lima, vicende che la quotidianità di comuni come Nicotera o Gricignano d'Aversa può solo confermare, secondo Claudio Martelli è più che vero e l'ha toccato con mano: dall'Unità sino ad oggi, forse anche prima, il potere italiano è anche potere mafioso.

martedì 17 luglio 2012

Corporeus corpora è d'accordo con Corona: Oscar Giannino è megl'i'Pelè e soprattutto i'Saviano

Aderiamo alla proposta politica liberale (nella speranza sia anche radicale), che sentiamo da lungo tempo anche nostra...

 A Corporeus Corpora non era sfuggita la prolusione in favore di Oscar Giannino pronunciata da Fabrizio Corona, già meritorio autore di una tirata avversa al solonismo di Fazio e Saviano - Di Saviano, conoscendolo, l'Abate si era occupato in tempi non sospetti, muovendo guerra di penna all'intera Nazione indiana, celebre sito di pseudo-intellighenzia italica, ma questa è altra storia.

Non solo liberal Dandy...

 

Nell'intervista rilasciata a "La zanzara", il cui audio troverete linkato qui, insieme ad un riassunto dei testi, il prode Corona si sofferma sul caso pietoso di Sara Tommasi, (di cui già ci eravamo interessati di sfuggita e per celia), raccontando quelle che abbiamo ragione di ritenere delle gran verità.

Ma soprattutto sponsorizza Oscar Giannino. Al suo, abbiamo aggiunto il nostro endorsement preventivo su Chicago Blog, in calce al post "Critiche e spread, Monti ha torto ma Squinzi…pure" (che speriamo leggerete), in cui Giannino palesa una volta in più l'insofferenza per la politica italiana, incapace di offrire sbocchi alla visione liberista, liberale, libertaria che egli predilige. Qui ci auguriamo, con Corona, che possa contribuire ad incarnarla, come sembrerebbe propenso a fare.

Ecco il testo dell'epistola/commento:

Corpi nudi

In questi giorni c'è la gazzarra indecorosa del PD e dei gay.

Fiumi di parole sono stati già scritti e noi di Corporeus Corpora conosciamo l'empatia e la misericordia, quindi non ve ne imporremo di ulteriori.

Se non, come nota al margine, che siamo mortificati dalla esperienza dei militanti LGBT nel PD, dalla base alla dirigenza.

I risultati del loro impegno sono disastrosi. L'ipotesi che i nostri amici democratici e LGBT possano avere convenienze non confessabili ci mortifica ulteriormente.

Passiamo a qualcosa di più corporeo, come ci compete.


Matt Ridley e una proposta "selvaggiamente liberale" per le banche occidentali

Darwin: selezione delle idee e dei banchieri (con cilindro)?
L'articolo di cui al termine del testo posto il link, conducente al sito dell'Istituto Bruno Leoni, editore tra le altre cose del bel Chicago Blog diretto da Oscar Giannino, fu pubblicato in origine sul "Times" da Matt Ridley, brillante giornalista e divulgatore (categoria ormai estinta in Italia, proprio allo scopo di non divulgare). Lo potrete ascoltare e vedere (capire solo se in possesso di inglese fluente - forse un giorno la sottotitoleremo, ma non lo garantisco) qui, rapito in un eccesso di positivismo, ma certamente in grado di offrire molti più spunti sensati di quanto ci permetta abitualmente la serie annuale di trasmissioni di Giacobbo.
Tornando alle banche ed al loro ruolo chiave, il concetto è che l'eccesso di regolamentazione produce i medesimi effetti dell'assenza assoluta di essa. Secondo mr. Ridley, la liberalizzazione piena, ben immaginata, con giusto un paio di spintarelle in più, ad esempio una legislazione fiscalmente sfavorevole al sovradimensionamento degli istituti oppure una croce su di un formulario da riempire prima di aprire un conto corrente (di esempi il testo non è carente, nella classica tradizione britannica), permetterebbero  una spontanea selezione del meglio e del necessario.

lunedì 16 luglio 2012

"L’Italia è un paese povero pieno di gente ricca", sinora, di beni. Ma senza libertà

  o si comanda o si obbedisce (in genere la seconda)

 

L'Italiano di ieri è forse simile al Paperone di Barks?
Forte è in questi anni il dibattito sullo stato etico, che tutte le democrazie continentali occidentali conoscono molto bene. Un pò meno forte da noi, che lo viviamo sulla pelle. Parliamone.
Storicamente, nella modernità, esso è il portato naturale dell’idea di stato così come fuoriesce dalle pagine Hegeliane.
Entità sovraindividuale, fonte del diritto, superiore ad ogni altra autorità; avente il potere, anzi il dovere, di premettere all’interesse del cittadino quello dello stato. E’evidente che entro certi limiti, e se si intende per stato la collettività, posto che qualcuno riesca a definirla, il discorso fila. Del resto, la politica non è altro se non ricerca asintotica di contemperazione ed equilibrio tra gli opposti interessi dei consociati. Una volta attribuito alla totalità della popolazione maggiorenne il potere di decidere delle sorti della nazione tramite la democrazia rappresentativa, il problema della fonte del potere politico non dovrebbe sorgere. Se non a livello pratico, ovverosia della effettività (parola cara a Kelsen) dell’esercizio di tale potestà. Che, ad esempio, potrebbe essere inficiata dalla eccessiva povertà di alcune zone o dal loro isolamento culturale. O, anche, da un diffuso astensionismo. O da un'informazione integralmente asservita agli interessi del potere (mal) costituito. Ma questa è altra questione. Facciamo un passo indietro.
Entro quali ambiti si deve svolgere la necessaria attività dello stato, chiamato a permettere ed a vietare? Questo è il vero busillis. L’ipertrofia degli stati figli dell’idealismo è stata pagata a caro prezzo in economia. Una cosa è il ruolo, a volte effettivamente indispensabile, dello stato o delle sue emanazioni dirette -vedi IRI- laddove la spinta imprenditoriale privata è assente.
Anche il bisogno di tenere sott’occhio servizi di pubblica utilità giustifica partecipazioni, dall’energia alla sanità. Ma entro limiti ben precisi. E fintanto che si dimostra utile e funzionale.
Le mani dello stato, da noi gracile burattino in mano ai partiti ed alla Chiesa, su ogni attività che abbia rilevanza economica è ben altra cosa. Ed ha ben altri effetti. Segnatamente la creazione di una burocrazia arcigna, lo sviluppo del clientelismo, la morte della concorrenza che poi è quella cosa che tiene i prezzi bassi e fa aumentare la qualità dell’offerta.
Lo stato imprenditore, spesso pessimo anche perché spogliato dai suoi stessi cittadini (tanto da far dire ad un diplomatico anglosassone che “ l’Italia è un paese povero pieno di gente ricca”), per far fronte alla sua straripante attività di impresa “a perdere” è stato costretto ad imporre, per un verso, tasse da espropriazione, che deprimono lo sviluppo perché distruggono la molla del guadagno; per l’altro a proporre i suoi titoli- BOT, CCT, BTP ecc.- a corsi vantaggiosissimi per gli investitori.
Allo stesso modo ha preso in prestito capitali da tutto il mondo, scommettendo con cinismo millenario sulla geopolitica della guerra fredda, privandosi di ogni paracadute in caso di crisi sistemica (vedasi oggi). E Il denaro è fluito verso le casse dello stato, disertando a lungo le borse, ovvero la fonte principe di finanziamento per la libera imprenditoria, costretta una volta di più a batter cassa alla banche. E, quindi, di nuovo allo stato, che di tante banche è stato aperto, od occulto, azionista. Alterando pertanto la concorrenza libera che i privati ponevano in campo. In quanto per i non “amici degli amici” il credito diveniva quasi impossibile, per gli altri invece si usavano le risorse “di stato”, reperite come appena ricordato e spese con allegria.
Il deficit di autonomia per i cittadini non si limita ovviemente a questo profilo. Anzi i profili sono tra loro interconnessi, per cui la libertà di pensiero e di scelta etica riverbera sull’economia e viceversa:
Ci vorrebbero far credere che senza Stato etico...
Uno stato invasivo di tutti i plessi economici diviene nemico dei suoi stessi cittadini, poiché innesca un meccanismo perverso di disservizio, depressione e controllo. L’invadenza etica dello stato, anch’essa largamente presente in Italia, nè è sorella, con tutte le controindicazioni, non solo morali ma anche economiche, che proverò a riassumere.

domenica 15 luglio 2012

In futuro III - Il partito greco "Alba dorata" si traduce Golden Dawn...

Alba dorata o...
L'abituale alta professionalità della stampa ufficiale italiana (ma ad esser onesti ben pochi eccezioni in tutta Europa) ci offre un altro esempio illuminante delle sue potenzialità: ho atteso qualche mese, allo scopo deliberato di scoprire quando, e se, qualcuno avrebbe accennato ad un certo argomento: "Alba dorata", appunto. 
Il partito greco neonazista (cosiddetto), spesso agli onori delle cronache, altro nome non ha se non "Golden dawn", appellativo ricchissimo di potere evocativo di cui la traduzione italiana è scialbo corrispettivo. 
... Golden dawn???
Nessuno sembra curarsene e in Italia pochissimi giornalisti l'hanno pronunciato in inglese, preferendogli sempre la traduzione. Eppure, che mi risulti, i Tories non li rendiamo mica sempre come "conservatori".
Per una serie di motivi e coincidenze, diciamo, Corporeus corpora, con l'Abate di Theleme in testa, non potranno invece esimersi dal fornire qualche dritta. Prossimamente per questi tipi.


giovedì 12 luglio 2012

Melinda Gates, video: diritto alla contraccezione anche per l'Africa


Proponiamo una storica videointervista del Guardian a Melinda Gates, corredata da sottotitoli italiani a cura di Corporeus Corpora, riguardo la direzione che i suoi sforzi filantropici stanno prendendo: portare l'accesso alla contraccezione a 120 milioni di donne entro il 2020. 


L'articolo originale del Guardian è  qui
 
Dear Guardian people: yes we took your footage without using the code you provide for embedding video contents. Our target are Italian people who often don't understand English, they would never come to visit your site. Others, who do understand English, will find a huge link to the original article. So we believe we are not making you any damage. Furthermore, please remember Italy is the courtyard of the Vatican and there are newspapers that are already misinterpretating on purpose Gates's words, without giving a translation. We were forced to circumvent your code because your stuff is not compatible with the service to add subtitles. But please be aware in case you are to choose to ask us to remove our work, we are not going to put up a fight for this. We are already giving ourselves as defeated. This was just our little break to make some sense.

Siamo quasi commossi, io e l'abate, qui, a sentire questa registrazione. Scopriamo così che esiste in effetti un tipo di fedele cattolico del quale avevamo temuto che fosse solo una creatura mitologica: il cattolico che vive il conflitto ma lo risolve da essere umano, mettendo prima l'empatia rispetto alla astratta dottrina ed è capace di dichiararlo pubblicamente.

mercoledì 11 luglio 2012

In futuro II - Melinda Gates sul problema contraccezione nel terzo mondo

Bill e Melinda Gates
A breve, probabilmente nel corso della nottata, termineremo l'arduo lavoro di traduzione e sottotitolazione di un video, pubblicato da The Guardian in data odierna, che ci è parso molto significativo e sinora completamente trascurato dai media nazionali, persino dai siti internet in lingua italiana, con l'eccezione di "Giornalettismo".
Durante il video Melinda Gates da una lezione pragmatica, affrontando senza drammi e ipocrisie il conflitto, anche privato, tra le improcrastinabili necessità delle donne e dei popoli disagiati, in specie africani, e la teologia della chiesa Cattolica. Con il fine ultimo di consentire alle donne di quei paesi, nonchè ai loro bambini, una vita dignitosa e con prospettive. Ma soprattutto una vita scelta da loro. 
E il diritto di scegliere inizia dalle tecniche contraccettive. 
Il post più più prossimo al significato ultimo di Corporeus corpora corda Deus sinora pubblicato.

La fondazione William and Melinda Gates si occupa da più di un decennio di sviluppo e assistenza nel mondo, secondo 4 principi fondamentali ed una specifica policy. Per chi volesse approfondire, basta un click qui.

Nel frattempo, per degnamente prepararvi all'ascolto dell'evento, di sicuro rilievo storico vista la nettezza della posizione di una cattolica dichiarata, donna particolarmente influente, su di una materia tanto sensibile, direi cruciale, potreste dare un'occhiata a questo capolavoro di arguzia ed animazione, prodotto negli anni '90 dalla genialità di Bruno Bozzetto, Grasshoppers - una breve storia dell'umanità.
Buona visione.

 




Si conclude il primo sondaggio di Corporeus Corpora! Gli Esiti

Ecco a voi gli esiti del sondaggio che ci ha accompagnati per due settimane, il primo da noi presentato. La domanda era: Che ordine ritenete le forze dell'ordine italiane difendano?

  • Al primo posto la risposta "L'ordine all'interno e tra le cosche", ex aequo con "In Italia non esiste ordine, solo disordine. Si usi pertanto la dicitura più corretta di forze del disordine", entrambi col 33% dei consensi;
  • Al secondo posto "L'ordine di accesso agli esami del Sert", col 22% ;
  • Al terzo "L'ordine costituito, ma nessuno si è mai ricordato di costituirlo", con l'11%



Grazie per la partecipazione!

Una storia per nulla italiana (a parte, forse, il gelato): Trilione racconta Blackberry

Il blog "Trilione" (la lettura linkata è propedeutica, o almeno da affiancare), appena citato su Corporeus Corpora, ci regala un'altro interessantissimo spunto di riflessione, anzi un paio, raccontando la vicenda della società canadese che produce il ben noto Blackberry.
La prima riflessione è che mai e poi mai sarebbe accaduto in Italia che un giovane talentuoso potesse fondare una società nel 1984, con un prestito da 15 mila dollari ottenuto dai suoi genitori, e nel 2008 le quotazioni toccassero gli 80 miliardi di dollari. E infatti non è accaduto.
La seconda, importantissima, è che se grazie al talento, alla formazione, al fato, dei giovani hanno la possibilità di generare una grande fortuna in tempi ragionevoli e senza infinite marchette, essi possono farne quel che gli par giusto, interessante, piacevole.
In questo caso, aprire un centro di ricerca di fisica teorica oppure fondare una scuola di governance globale e magari comprare squadre di Hockey. Dando a queste iniziative, come è logico, la loro impronta, contemporanea e vitale, molto probabilmente diversa da quella che il loro genitori o nonni avrebbero conferito. Finendo per cambiare la mentalità della nazione, persino del mondo... in una parola, progresso.
In Italia ciò non avviene, infatti. Proprio perchè nonni e padri possano continuare a imprimere la visuale su ogni cosa, come i loro padri e nonni la impressero ai tempi. In due parole, gerontocrazia e stallo. 

Per il DISS l'Italia è ai vertici della sicurezza stradale. Ma vi par vero??

Nemmeno il tempo di accennarvi che arriva il fatidico dato sull'incidentistica stradale.
Fonte ANSA:

Nel 2011 si sono verificati sulle strade italiane 205 mila incidenti stradali con lesioni a persone, con una diminuzione del 3%, rispetto al 2010: i morti sono scesi del 7,1% (3.800) e i feriti del 3,5% (292.000). Sono i dati Istat e Aci emersi durante il convegno "L'innovazione scientifica in Italia a servizio della sicurezza stradale", organizzato oggi a Roma dal centro di ricerche interuniversitario per la sicurezza stradale DISS. La situazione degli incidenti sulle strade dei Paesi dell'Unione europea ha registrato una diminuzione del 20% dal 2000 al 2009 (16% per l'Italia), vale a dire una riduzione di circa 290.000 incidenti, anche se il totale di 1,14 milioni di incidenti indica che ci sono ancora grandi margini di miglioramento per l'Europa. "E' segno - secondo il DISS - che l'innovazione tecnologica, i controlli e il rispetto dei comportamenti e delle norme stiano dando nel tempo risultati positivi". Autovelox, tutor, etilometri, uso dei sistemi satellitari, sistemi informativi montati a bordo delle auto della polizia, sono solo alcuni esempi di come la tecnologia abbia qualificato l'intervento della polizia stradale a tutela della sicurezza nelle strade.

sofisticate tecniche di sicurezza stradale, Vairano (CE), Italia
Sembrerebbe un bel passo in avanti... proprio nella direzione che il DISS intravede, cioè quella di uno sviluppo tecnologico che punti a dimezzare entro il 2020 le vittime della strada e più in generale l'incidentistica... e che consente oggi al DISS l'attribuzione di cariche quali componente del “Comitato di Indirizzo” al Presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati On. Mario Valducci, "gettando le basi per una più ampia collaborazione con le Istituzioni"- 25 Maggio, alla  presenza del rettore dell'università di Parma, il prof. Ferretti. Non rileverebbe quindi il gran numero di patenti conferite senza rispetto per le condizioni psicofisiche dei richiedenti, quante di esse vengan rinnovate senza esami medici adeguati, quante vetture circolino con revisioni buone sulla carta e basta, quanti esami siano "agevolati" da agenzie di guida compiacenti e prezzolate, quanti punti riacquistati nel senso stretto della parola. E nemmeno la qualità pessima dei manti stradali, dei cordoli, della segnaletica (che al sud arriva a livelli di assoluto imbarazzo e pericolo), delle piazzole di sosta. 
segnaletica d'avanguardia (da romafaschifo)
Piccolezze di cui non mette conto parlare.
Conta invece il controllo, umano o elettronico, la sanzione, la repressione, l'etilometro, la pattuglia, il DISS volano in europa di nuove teconologie che, dati alla mano, fanno decrescere magicamente il numero degli incidenti. Ma è davvero così??

martedì 10 luglio 2012

Dati statistici in Italia: un porto delle nebbie - Ancora sulle vittime del lavoro

Il gabbiano di Corporeus Corpora stenta a districarsi nel porto delle nebbie dei dati statistici italiani
Mediante il coordinato disposto degli articoli online di Corriere della Sera e Messaggero, provo a disegnare la mappa delle morti sul lavoro nel 2011, questa volta su analisi dell' INAIL. 
Per iniziare sono obbligato a rilevare come non coincidano affatto con i dati dell'Osservatorio Indipendente di Bologna, che nel 2011 forniva una cifra complessiva di 1170 morti, di cui 663 sui luoghi di lavoro: + 11,6% sul 2010. 
Questi dati li fornivo la settimana scorsa, in apposito post, cercando di inquadrare la delicata questione all'interno del sistema Italia, di cui secondo me essa rappresenta una costante che non può significativamente variare, laddove permangano le condizioni culturali ed economiche, nonchè fiscali e di commercio estero, che la determinano.
La grande mole di controlli svolta da Inail, che avrebbe rivelato l'85,6% di irregolarità, non fa che confermare la mia tesi: una percentuale simile di violazione fa dell'irregolarità la regola, per così dire. E la regola trae origine certamente da un malcostume che certo non si fonda solo sull'egoismo del singolo imprenditore, o sulla disattenzione del singolo lavoratore.
Comprenderete bene l'impossibilità di mutare lo stato di fatto menzionato mediante multe e sanzioni. 
Sarebbe, più o meno, come imporre a tutti gli italiani di apprendere e parlare fluentemente l'arabo, parlato nel 2010 da circa 660.000 immigrati , a furia di multe.
Oggi scopriamo invece che i decessi di ambito lavorativo sarebbero 920, di cui 240 in itinere. 
Il che significa, tra l'altro, che le strade per giungere al lavoro son divenute più rischiose del 4,8%, oppure che i lavoratori vivono condizioni di maggiore stress e affaticamento, posto che secondo i dati INAIL l'anno precedente, 2010, aveva visto 229 decessi in itinere. 
Ma il dato complessivo presentato mostra pur sempre un calo del 5,4% annuo.
Questo potrebbe significare che non tutti i decessi sul posto siano noti all'INAIL, oppure che l'Osservatorio indipendente, anch'esso con molto seguito tra i media, abbia commesso errori sostanziali. 
Una prima domanda Corporeus Corpora la rivolge pertanto a quest'ultimo. 
Come si spiegano tali discrepanze? Alchimie statistiche diverse o dati diversi?
Una risposta sarebbe doverosa e interessante.

domenica 8 luglio 2012

L'offerta turistica italiana all'epoca dei social network. Prevenire è meglio che curare.

Completiamo questo weekend infierendo nuovamente su Como ed il suo lago. E non solo. Ma certo non per crudeltà mentale, o perchè i lariani non siano simpatici al nostro blog.
La concentrazione di notizie, certo non incoraggianti il turismo e la frequentazione di quella che, per tanti decenni, è stata una destinazione vacanziera tipica di stranieri e lombardi, fa un po' specie ed induce a riflessioni più generali. 
Capita ancora di dover passare per il gossip, di questi tempi.
Quasi nelle stesse ore in cui il capoluogo rimaneva vittima, nei suoi luoghi più a la page, d'una biblica inondazione di liquami, la coppia Clooney-Keibler, insieme a tutti i loro amici, provava forti malesseri dopo una cena a ristorante.
A parte ogni considerazione sulla coppia, premesso che a noi parrebbe Clooney il Rock Hudson contemporaneo (al quale auguriamo però ogni bene), rileva e molto notare come la notizia sia divenuta inesorabilmente un tweet, prontamente ripreso dal Daily Mail che non ci perdona nulla, as usual... e da li inesorabilmente rimbalzato su siti, giornali e televisioni di questo piccolo mondo che è la terra post web. La Keibler: "Alla fine in Italia fatto cattivo pasto, l'intero party a cena ha subito avvelenamento alimentare. Beh, almeno sono ancora in Italia". Il titolare del noto "Gatto nero" di Cernobbio ha decisamente negato ogni addebito ("Clooney non può aver mangiato niente qui che gli possa aver fatto male. Probabilmente lui e il suo gruppo di amici si sono ammalati da qualche altra parte"), certo che il suddetto tweet non lascia adito a dubbi. Almeno sull'opinione della Kleiber e ritengo dei suoi amici. E temo di molti che leggeranno il tweet.
Ci spiace per il noto attore e la nuova dama di compagnia, ma alfine nessuno si è fatto male nella comitiva del bel George... a parte il turismo italiano e lariano, in specie. Ora, integrare la notizia con le foto della turista inglese presentate nel precedente post potrebbe non bastare a giustificare apprensioni più generalizzate sulla qualità che offriamo al turismo straniero, anche quello più evidentemente danaroso, oppure sull'abbassamento dell'opinione che gli stranieri possono avere del nostro paese, anche solo in termini strettamente turistici.

sabato 7 luglio 2012

Le scarpe che il Papa non metterebbe: come Grindr per gli atei


In questo filmato proponiamo una osservazione di costume e un consiglio per gli acquisti (che potete effettuare qui, dovesse piacervi).


Il consiglio è scontato.

Sul fenomeno di costume invece, una breve osservazione: mi è capitato di leggere "se fossi ateo sotto le scarpe vorrei scritto 'Dio' "

Nazione di merda, dalla retorica alla realtà

turista inglese scivola e...
L'espressione "nazione di merda" è stata sinora retorica, che io sappia... un modo brusco e volgare per esprimere avversione per la propria collettività. Con sorpresa costatiamo l'esistenza persino di una sedicente impresa, su facebook, in luoghi noti agli scriventi. Ma si sa, la fantasia è al potere in Italia da così tanti anni, al di là di ogni più rosea aspettativa sessantottina (come inizia ad intuire anche Lidia Ravera), che della retorica, strumento d'arte, noi facciamo ormai realtà viva e concreta.
cade nella merda padana, cristiana ma non bianca
Chissà che direbbe il buon Piero Gnudi, del quale ci siamo già tanto interessati, lui che teneramente si preoccupava del turismo giornaliero cinese deprivato del thè pomeridiano, nel vedere questi straordinari scatti, pubblicati dal Corriere della sera odierno, cui rimandiamo per ogni ulteriore informazione. Oppure di questo notevole documentario, che la dice lunga su quel che sia accaduto nel centro di Como, supposta località turistica lacustre. Si pone alfine la questione topica del se fatti come questo siano da attribuirsi al solo evento naturale imprevedibile (una breve intensa pioggia), oppure al cattivo, io direi pessimo, stato delle condotte fognarie.